Ligabue

Riccione

È Cesare Zavattini l’illustre Cicerone della mostra che Riccione dedica alla figura e all’opera di Antonio Ligabue (1899 – 1965). A Zavattini, regista, sceneggiatore, scrittore, giornalista, nonché disegnatore e pittore, si deve, già negli anni ’50, il primo vero approccio all’arte dei candidi da parte della cultura figurativa ufficiale. Memorabile è la sua monografia Ligabue. Idealmente, dunque, Zavattini può essere considerato il regista di questa esposizione che si snoda tra le sale di villa Franceschi e quelle di villa Mussolini. Circa ottanta le opere di Antonio Ligabue, tra dipinti, disegni e sculture, che ripercorrono le tappe fondamentali della sua vicenda umana ed artistica, dagli esordi fino agli ultimi anni di vita. Nell’ampia antologica, divisa per sezioni tematiche, non possono mancare i soggetti prediletti dall’artista, tra i quali gli autoritratti dallo sguardo sempre carico di nuove intense inflessioni psicologiche e le raffigurazioni del mondo animale, nella sua ferocia primordiale. Il percorso espositivo si conclude con una sezione dedicata a Za pittore che comprende dipinti e opere grafiche realizzate tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, alcune delle quali esposte per la prima volta in pubblico. L’esposizione è curata da Daniela Grossi e Claudio Spadoni, con la collaborazione di Sara Andruccioli e di Orlando Piraccini.

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