Cesare Vignato

Cortona

La mostra di Cesare Vignato inaugura nella cornice del chiostro di Sant’Agostino a Cortona. L’oggetto della riflessione della personale di Vignato è l’impermanenza (o anitya), antico termine sanscrito, è uno dei tre aspetti dell’esistenza secondo la filosofia buddhista. Nella mostra emerge con decisione una riflessione sull’esistenza, sia quella del singolo sia quella relativa all’uomo inteso come umanità. Tutto si rispecchia primariamente nelle tecniche nelle quali Vignato è grande sperimentatore. Con una varietà di mezzi espressivi egli si fa interprete del suo sentirsi parte attiva in questo momento. La sua arte è una viva voce che abbraccia l’osservatore per condurlo alla comprensione dell’impermanenza, fino alla prova della reale meditazione in sé. Le opere sono tutte apparentemente silenziose, ordinate e pulite nel segno grafico. In esse si percepiscono elementi improbabili, come ad esempio l’inserimento di una piramide alle spalle di un volto femminile, e, se si osserva con più attenzione si può scorgere un paesaggio appartenente ad una realtà parallela. Quanto esposto da Cesare Vignato è un dialogo introspettivo e privato tra l’opera e l’osservatore, che diviene in tal modo vero fruitore, in quanto può godere a pieno titolo dell’opera stessa, che è in divenire nella psiche dell’osservatore. È in divenire. È impermanente.

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