La Factory approda in Italia

Il sogno americano di Andy Warhol approda in Sardegna con l’esposizione Andy Warhol, american dreams, curata da Achille Bonito Oliva al Mdm Museum (Monte di Mola) di Porto Cervo. Costituita da pezzi provenienti da collezioni private italiane, l’arte pop made in Usa racconta il fenomeno Warhol in tutta la sua complessità. Articolata in cinque sezioni, l’esposizione offre uno spaccato di vita che comprende il decennio 1970-1980 e registra i mutamenti in atto, attraverso la scansione tematica delle opere esposte. Un percorso che dispiega gli stravolgimenti più significativi del periodo, la loro incidenza sulle ideologie, sulla società, la politica e l’economia del tempo. Il prodotto culturale non può quindi che uscirne mutato. La società è cambiata, il boom economico permette un nuovo approccio ai beni di consumo e l’arte “che per sua natura non è seriale” lo diventa necessariamente. Ce lo dice lo stesso Andy che, dalla sua Factory, osserva il cambiamento e lo immortala nel suo lavoro, lo riproduce all’infinito, rende manifesto il concetto stesso di serialità e lo fa diventare l’argomento principale del suo olimpo. L’esposizione di Porto Cervo si muove attraverso un minimo comune denominatore che è il mito. Mito dell’oggetto e mito umano che Warhol paradossalmente dissacra, deride ed esaspera. I suoi oggetti/soggetti sono icone della cultura, elementi ai quali la società ambisce, idoli reali dei quali Warhol si appropria e trasforma in immagini colorate, parodie del quotidiano. C’è, nelle sue opere, una storia intera sintetizzata in colori e simboli. È un mondo patinato il suo, ne è la conferma il ciclo Shoes diamond dust (1980), dove l’oggetto d’uso comune brilla di luce propria. Warhol lavora sull’idolo e con l’idolo e diventa lui stesso divinità. Si muove da una parte all’altra dei suoi interessi con estrema duttilità e rende perfettamente il senso di un contesto sociologico travolto dall’eccitamento dell’avere. Il materialismo nelle sue opere ha una forma concreta e definita. L’ultimo significativo passaggio dell’esposizione è segnato dalla presenza del video inedito girato con Peter Wise nel viaggio da New York a Cape Code nel Massachuttes. L’ennesima conferma che Warhol non è un fenomeno di massa, ma un prodotto della sua cultura. La mostra segna la prima tappa di un progetto espositivo più ampio, prodotto da Artes sas e curato da Achille Bonito Oliva, che arriverà nel 2013-2014 al Pan di Napoli, per poi fermarsi al Kremlin di Kazan in Russia.

Fino al 15 settembre, Mdm Museum, Porto Cervo, via del porto vecchio 1. Info: www.mdmmuseum.com

 

Articoli correlati