La processione di Carletto, una performance lunga 600 Km per sfidare la Biennale

Campobasso

Due artisti, due asine e un cane, a piedi, per due mesi, dal Molise al Friuli Venezia Giulia, tra trattori, vecchi sentieri delle transumanze, montagne e pianura, con l’obiettivo di «decretare l’inizio del cambiamento». Attraversa l’Italia, tra presente e passato, La processione di Carletto, avventura che prende il via il prossimo 15 luglio a Montagano (Campobasso), per concludersi a Polcenigo (Pordenone) il 13 settembre. Protagonisti dell’iniziativa sono Michele Mariano, artista molisano che ama definirsi curatore della realta, Simona Bramati, giovane artista di Castelplanio (Ancona). Con loro percorrono gli oltre 600 chilometri, che separano il Molise dal Friuli, due asini: Carletto, da cui prende il nome la processione, sua figlia Agalma, e Giulio, principe della specie canina. «Una Processione e non un viaggio – dicono gli artisti –, perché nella processione la meta è il viaggio stesso. Un po’ ‘Armata Brancaleone, un po’ Don Chisciotte, un po’ Spedizione dei Mille e un po’ Marcia su Fiume, La processione di Carletto risale la penisola per denotare l’infimo inizio. L’intento è anche il superamento sia fisico che concettuale della Biennale d’arte di Venezia. Viviamo un’era di trasformazione totale – aggiungono – e l’arte non può esimersi dal mettersi in movimento, verso cosa ancora non è dato saperlo, ma sappiamo che non si può più stare seduti».