Vasari torna in mostra inedito. Pace fatta tra i Festari e il Mibac

arezzo

Pace fatta tra i proprietari dell’Archivio Vasari e il ministero dei Beni culturali. Il primo atto del nuovo corso tra i fratelli Festari, che hanno ereditato l’archivio dell’artista legato da un vincolo di pertinenza alla Casa Museo di Giorgio Vasari ad Arezzo e la Soprintendenza archivistica della Toscana, a cui è demandata la sorveglianza sulle carte autografe, è la mostra Giorgio Vasari, la casa, le carte, il teatro della memoria che viene inaugurata sabato 1 giugno e resta aperta al pubblico dal 2 giugno al 5 agosto. Un’esposizione che sembra destinata a far svanire definitivamente la vendita dell’Archivio Vasari all’estero (si era parlato tra il 2009 e il 2011 di acquirenti russi e americani pronti a sborsare 150 milioni di euro) e chiudere anche le vertenze legali ancora in corso. A distanza di 30 anni dall’ultima mostra, Casa Vasari torna a mostrare in pubblico alcuni preziosi autografi, in tutto una ventina, che mostrano i rapporti dell’artista con letterati e potenti della sua epoca, come il granduca Cosimo, Pietro Aretino, Annibal Caro e Paolo Giovo. Per la prima volta in assoluto, proveniente dall’Archivio dello Stato di Firenze, è visibile anche il testamento autografo di Giorgio Vasari. «È l’inizio di un percorso di valorizzazione dell’Archivio a cui partecipa positivamente anche la proprietà» ha commentato la soprintendente Diana Toccafondi. Si lavora, intanto, anche a una grande mostra del carteggio di Michelangelo presente nell’Archivio Vasari da allestire ai musei Vaticani. Un plauso è stato espresso dal sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani. «L’amministrazione comunale saluta con soddisfazione la mostra dedicata a Vasari e organizzata dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana e dalla Soprintendenza aretina – ha detto Fanfani – la valorizzazione delle carte, il cui deposito deve ovviamente restare ad Arezzo, è una nostra vecchia battaglia e non possiamo che essere soddisfatti di iniziative culturali che vanno decisamente in questa direzione. Mi riferisco alla mostra che si apre sabato a Casa Vasari e all’annunciata mostra ai Musei Vaticani. È assolutamente un bene che il nome di Vasari e quindi anche quello di Arezzo possano avere un rilievo nazionale e internazionale. Ne beneficerà l’intera città».