L’eternità è un tempo lungo

Nato a Detroit nel 1954, eclettico, appassionato delle sottoculture musicali e fortemente attaccato alle tradizioni popolari, Mike Kelley è riuscito nel corso della sua carriera, iniziata negli anni Settanta, ad abbracciare con incredibile disinvoltura e varietà  di generi e media diversi, dall’installazione alla scultura, dal suono al video fino alla performance e al disegno.? Dopo la retrospettiva ospitata allo Stedelijk museum di Amsterdam, attualmente al centre Pompidou di Parigi, in autunno al MomA di New York e nella primavera del 2014 al Moca di Los Angeles, è l’Hangar Bicocca di Milano a rendere omaggio all’artista statunitense in un progetto espositivo molto ambizioso. Esposte dunque opere fondamentali del suo percorso, alcune delle quali raramente presentate al pubblico. Ciò è stato possibile grazie al diretto coinvolgimento, insieme ad Andrea Lissoni, di Emi Fontana, curatrice italiana che vive a Los Angeles e che ha lavorato con Mike Kelley in un rapporto di stretta collaborazione negli ultimi quindici anni.

Un’occasione unica di approfondimento e conoscenza del lavoro di Mike Kelley, in un percorso che si focalizza principalmente tra il 2000 e il 2006, periodo di grande maturità creativa nella produzione dell’artista recentemente scomparso: ?«La mostra di Mike Kelley – spiega Lissoni – potrebbe sembrare ostica ma non lo è assolutamente. C’è una potenza nelle opere, una forma di meraviglia, una forma di rivelazione e di intensità che spero travalicha le stratificazioni che Mike Kelley stesso metteva nelle sue opere». Ecco allora che le opere occupano per intero i grandi spazi di Hangar Bioccca e sono allestite secondo un cammino aperto e non cronologico, che evidenzia la continuità nella produzione e la capacità di toccare con straordinaria libertà ed eclettismo generi espressivi differenti.

Uno dei lavori centrali del progetto espositivo è l’installazione John Glenn memorial detroit river reclamation project (2001), ispirata a un monumento dell’astronauta John Glenn a cui il liceo frequentato da Mike Kelley era dedicato. I frammenti di vetro e ceramica colorati che ricoprono la scultura sono stati recuperati da Kelley stesso nel fiume di Detroit per creare questo monumento simbolo di una memoria personale e collettiva. Particolarmente toccante il titolo scelto per la mostra, Eternity is a long time, frase pronunciata da uno dei due attori del video Extracurricular activity projective reconstruction #1 (Domestic Scene) al suo partner prima che entrambi si tolgano la vita.

Fino all’8 settembre; Hangar Bicocca, via Chiese 2, Milano; info: www.hangarbicocca.org

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