A Castel sant’Angelo i capolavori dell’archeologia

Roma

In occasione della presentazione di una recente operazione dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, grazie alla quale sono stati recuperati a Roma e dintorni circa 2.500 oggetti, alcuni rarissimi, risalenti ai secoli VIII a.C.– II d.C., sono stati resi noti i dati sulle sottrazioni illecite a danno del patrimonio artistico effettuati in Italia nel 2012: 891 furti, 133 solo nel Lazio, 17.338 oggetti spariti. I luoghi più violati sono state le chiese con 424 incursioni di ladri. Tuttavia è sempre il patrimonio archeologico il più colpito, come testimoniano le recenti irruzioni nel Museo nazionale etrusco di villa Giulia e nella villa dei Quintili sull’Appia, rimaste ancora senza soluzione. In occasione della 32esima mostra europea dal titolo Capolavori dell’archeologia al museo nazionale di Castel Sant’Angelo, il Centro europeo per il turismo quest’anno celebra i venti anni di esposizioni dedicate alle opere recuperate dalle nostre forze dell’ordine . Nella presente edizione, la mostra è dedicata ai capolavori dell’archeologia, oggetto di interesse e passione da parte dei collezionisti e intenditori d’arte, tale da alimentare costantemente azioni malavitose. Si tratta di opere di inestimabile valore provenienti da siti e musei di tutta Italia, come il sarcofago delle quadrighe di Aquino o il cratere di Eufronio del museo di villa Giulia, con il trasporto del corpo di Sarpedonte (515-510 a.C.), restituito dal Metropolitan museum di New York nel 2006. Tra le sculture greche e romane, merita una menzione speciale la statua di Vibia Sabina, moglie di Adriano, del II secolo d.C., anch’essa restituita dagli Usa e oggi ospitata nell’ antiquarium di villa Adriana a Tivoli. A chiudere la mostra sono, infine, due straordinari sarcofagi recuperati: quello delle quadrighe di Aquino, rubato una prima volta nel ‘ 90 e una seconda nel ‘ 91 e recuperato solo nel 2012, e quello delle Muse della necropoli ostiense, che sono esposti insieme al sarcofago della fanciulla di Grottarossa (II secolo d.C.), ritrovato invece inviolato anni fa. La mostra è a cura di Maria Grazia Bernardini e Mario Lolli Ghetti, supporto scientifico di Eugenio La Rocca, fino al 5 novembre 2013.