Antonio Paolucci è direttore dei musei Vaticani e Sovraintendente ai Beni artistici della santa sede. Due giorni fa, in occasione della presentazione del volume curato da monsignor Liberio Andreatta dal titolo Chiese della periferia romana, ha detto che queste recenti costruzioni sono: «Spazi per centri congressi, ambienti simili a palazzetti dello sport, ambienti abbrutiti e volgari». Il problema sembra essere che le nuove chiese (45 negli ultimi vent’anni solo nella capitale) sembrano allontanare il fedele dalla preghiera e dalla meditazione. Insomma: «Niente a che vedere con le chiese barocche – continua Paolucci in uno slancio revival – che da secoli parlano della fede cristiana con tabernacoli ben visibili, cupole, icone, immagini della vita di chiesa che aiutano i parroci nelle loro catechesi». C’è però chi dice, come l’architetto Pietro Sartogo, autore della chiesa del santo volto di Gesù a Roma, che forse giudicare una chiesa da quanto è più o meno barocca non è un buon criterio d’analisi.