Letta difende la cultura

Riuscirà Enrico Letta a mantenere la sua promessa di scongiurare il rischio di tagli alla cultura e alla ricerca? Ieri il nuovo presidente del Consiglio, ospite a Che tempo che fa, ha annunciato le sue dimissioni nel caso non riuscisse a proteggere dai tagli due settori strategici per la ripresa: la cultura e l’istruzione. Una scelta coraggiosa perché sull’altro piatto della bilancia si trova la questione Imu. La proposta dell’abolizione dell’imposta sulla prima casa pesa come una spada di Damocle sul giovane premier e non sarà facile barattare la sua promessa con la minaccia del Cavaliere di togliere la spina al governo nel caso sull’Imu non si trovi una soluzione condivisa che vada nella direzione di una totale abolizione. Per ora Letta ha gettato acqua sul fuoco dichiarando che l’«Imu va superata». Tradotto: prendiamo tempo. Intanto però il mondo della cultura e quello accademico non esitano a sostenere la linea Letta. La controtendenza rispetto al passato, alle epoche dei tagli indiscriminati, alla perdita di competitività sullo scacchiere internazionale ha suscitato conforto e speranza in tutti gli addetti ai lavori. Già questa mattina il sottosegretario alla Cultura, Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente del Fondo Ambiente italiano e da sempre sensibile alla promozione e alla tutela del patrimonio culturale italiano, ha spiegato di ritenere la cultura e la ricerca due leve determinanti per il rilancio del paese: «Unendo gli sforzi del governo a quello di tutti i soggetti pubblici e privati che si occupano della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio culturale – sottolinea Borletti Buitoni – la cultura può tornare a rivestire il ruolo che merita in un paese civile. Nessun taglio è più possibile senza mettere in ginocchio definitivamente un ministero chiave come il Mibac, del quale il paese deve tornare a essere orgoglioso». Le ha fatto eco il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, in un’intervista rilasciata questa mattina a Radio Rai: «Quella di Letta è un’affermazione importante – ha detto – in un certo senso stiamo dicendo che non potremmo tagliare di più, siamo arrivati al limite e lavoreremo per investire di più». Musica per le orecchie del nuovo ministro del Mibac Massimo Bray, che ieri dall’Aquila, dove si è recato a visitare le zone terremotate nel centro storico della città, ha evidenziato, poche ore prima di Letta, in un tweet l’importanza di non trascurare la storia e la cultura: «Tutte le tracce del nostro straordinario passato dovranno aiutarci a pensare il nostro futuro».