Succede ogni volta che da un libro si tira fuori un film, ma in questo caso la faccenda è diversa perché quello non è un libro e quell’altro non è un semplice film. Stiamo parlando del Grande Gatsby che dal 10 maggio esce nelle sale in una nuova versione cinematografica (quella precedente era di Jack Clayton del 1974) che ha come protagonista Leonardo Di Caprio. Facile dire perché non è una pellicola come le altre, dato che sembra destinata a un successo planetario e a entrare nella storia come fenomeno di costume. Il libro invece, ma questo si sà, è considerato uno dei capisaldi della letteratura statunitense ed è opera di Francis Scott Fitzgerald. La vecchia polemica se cambiare o meno la copertina del romanzo aggiornandola con l’uscita della pellicola trova per questo caso nuove posizioni. Due sono i fronti, opposto e agguerriti: c’è chi dice di lasciare la prima così com’è, come è sempre stata nell’originale (almeno negli stati Uniti) cioè sfondo blu, scritta bianca e rossa e il volto di una donna triste che versa lacrime amare su una città che brucia dalle luci accese di notte; e chi invece propone di mettere in primo piano il faccione di Di Caprio vestito da Gatsby. I motivi del cambiamento sono facili da immaginare e tutti legati al marketing, il testo con il viso dell’autore sicuramente avvicina un pubblico che di solito è lontano da questo genere di acquisti e svecchia un classico anche se lontano dall’essere paludato. D’altro canto, per alcuni, risulta offensivo snaturare l’anima di una nazione rinchiusa dentro un romanzo solo per farlo comprare a più persone che forse poi neanche lo leggono. A prescindere dai due fronti, una cosa sembra certa, che il Grande Gatsby da qualche settimana a questa parte è il libro più venduto su Amazon e la battaglia in qualche modo può dirsi già vinta così. E poi, a dirla tutta la copertina originale (opera dell’artista spagnolo Francis Cugat) non piaceva nè a Fitzgerard nè al suo amico Hemingway.