Crocevia tra Lazio, Abruzzo e Molise entro un imponente anfiteatro di montagne in provincia di Frosinone, c’è la valle di Comino, che racchiude una ricca storia di civiltà e cultura. Nel corso degli anni, la lunga serie di invasioni subite: greci, sanniti, romani, saraceni, normanni, longobardi, francesi, austriaci, spagnoli, (oltre aipapi che qui hanno soggiornato) vi hanno lasciato tracce indelebili. Con l’obbiettivo di valorizzare le bellezze naturali e architettoniche, ma anche la storia e la cultura del sito, nasce il progetto Un giardino per la valle del Comino che vede la collaborazione dello scultore Sergio Tumminello. È una proposta poetica per la creazione di un luogo positivo e propositivo, quella dell’artista, dove l’omino Paturnio (inconfondibile forma archetipica protagonista dei suoi lavori) diventa un instancabile Viandante della speranza.
Il progetto rappresenta il primo passo verso un piano più complesso di riqualificazione dell’area che comprenderà la realizzazione di un parco di sculture con eco museo, spazi polivalenti dedicati agli artisti della valle, edifici a vocazione agrituristica e didattica situati ad Atina. Una mostra a palazzo Santacroce Aldobrandini, sede del consiglio di Stato, promossa e ideata da Anna Lisa Secchi (Delegata alle Politiche Culturali) presenta dal 5 al 19 aprile 2013, lo stato iniziale dell’idea divenendo, al tempo stesso, opportunità per riflettere sulla progettazione paesaggistica degli spazi aperti.
“Ogni parco, o giardino – scrive Carlotta Monteverde, autrice dei testi in catalogo – è legato indissolubilmente alla realtà che abita: non solo alla morfologia del luogo, ma anche a tutti quegli aspetti materiali e immateriali che la compongono, dalle attività territoriali, produttive e sociali, alle strutture abitative e ai valori condivisi”. La pianificazione di un parco eco sostenibile, teatro di scambio sociale e luogo di produzione di eccellenze locali in via di sparizione, di fatto, presuppone nuovo slancio produttivo, incremento di occupazione e lavoro, abitabilità e socialità. A questi elementi si aggiunge l’esperienza privata del committente, Patrick Torti, proprietario dell’appezzamento, che aspira a riprendere contatto con le proprie radici, a ricordare, a raccontare e a tramandare la propria storia personale. “Memoria, radicamento e identità – scrive ancora la Monteverde – sono le coordinate lungo le quali progettare un nuovo spazio abitabile, facendo leva su senso di appartenenza, funzione percettiva e sistema connettivo”.
Il percorso della mostra si articola a partire dalla grande tela/planimetria del territorio, sulla quale sono abbozzati a grandi linee gli interventi ipotetici che ne determineranno la fisionomia. Si prosegue attraverso un corpus di opere di medie, piccole e grandi dimensioni, bozzetti in ceramica e gesso. Le installazioni riflettono la poetica visionaria di Tumminello che con leggerezza ed ironia, esplora le tematiche della vita e della morte, del presente e del passato. “Si configura un mondo parallelo popolato da speroni e paurosi fantasmi”, che rappresenta una vera e propria indagine sul genius loci della valle di Comino.
Fino al 19 aprile; palazzo Santacroce, piazza del monte di pietà 33, Roma