Recuperato a Torino un dipinto del pittore Marc Chagall rubato nel 2002 a bordo di uno Yacht statunitense ormeggiato a Savona. A distanza di dieci anni dal furto i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Torino hanno individuato e sequestrato, presso l’abitazione di un ignaro collezionista privato, un dipinto olio su tela a firma Marc Chagall intitolato Le nu au Bouquet. Sono tre gli indagati per il furto e la ricettazione del dipinto. La vicenda che ruota attorno al furto dell’opera (valore stimato 1.200.000 euro), è stata complessa e le indagini sviluppandosi attraversando i confini nazionali, hanno richiesto diverso tempo. L’opera è stata acquistata nel 1988 presso una galleria d’arte di New York da un facoltoso cittadino statunitense che la collocò a bordo del proprio Yacht. Dal febbraio 2002 al gennaio 2003 l’imbarcazione, battente bandiera americana, è rimasta ferma nel porto di Savona per lavori di manutenzione; in questo periodo che si è verificata la sottrazione del prezioso dipinto scoperta dal figlio del proprietario (nel frattempo deceduto) che, come legittimo erede, era venuto in Italia a ritirare l’imbarcazione. Nel 2012 l’opera è stata individuata dai carabinieri del Tpc di Torino presso l’abitazione dell’ignaro collezionista residente nel capoluogo piemontese, nel corso di controlli per un’indagine su un giro di opere d’arte ricettate attraverso una galleria d’arte bolognese. La ricostruzione dei vari movimenti del dipinto, dal furto al ritrovamento, ha portato gli investigatori a compiere le verifiche prima in Francia, presso una galleria di Nizza dove il dipinto è stato esposto per un breve periodo di tempo; successivamente a un’altra galleria d’arte monegasca, per poi tornare nuovamente in Italia, precisamente a Bologna, dove è stata trattata la vendita definitiva. I carabinieri, nel ricostruire i passaggi di mano, hanno scoperto che chi aveva sottratto l’opera era anche riuscito a farsi rilasciare dalla fondazione Chagall, attraverso uno studiato stratagemma, una nuova autentica. Il dipinto rubato, accompagnato così dall’expertise e da una falsa dichiarazione di vendita creata ad arte ed attribuita in modo fittizio a un inconsapevole collezionista bergamasco, nell’anno 2003 è stato acquistato, in piena buonafede, da un torinese che ne ha mantenuto il possesso fino al giorno del sequestro. Se da una parte il documento ha agevolato il commercio dell’opera senza creare alcun sospetto circa la sua provenienza, dall’altra ha portato gli investigatori a individuare, con certezza un 39enne rumeno che, presentandosi alla fondazione Chagall e spacciandosi per il nipote del proprietario, ha fatto visionare il dipinto ritirando poi la nuova expertise. Attraverso l’analisi dei suoi contatti è stato individuato anche il complice, un connazionale di 41 anni che, si è scoperto, fino al dicembre del 2002 aveva fatto parte proprio dell’equipaggio dello yacht sul quale era stato commesso il furto. Nei loro confronti, nonostante entrambi siano residenti all’estero, così come per il proprietario della galleria d’arte bolognese, l’ipotesi di reato contestate prevedono il furto e la ricettazione. Per quanto riguarda invece il dipinto, al momento ancora sottoposto a sequestro, ne è già stata richiesta la restituzione da parte del proprietario statunitense. Sarà ora l’autorità giudiziaria a deciderne la destinazione in base agli accordi stipulati fra l’Italia e gli Stati uniti che disciplinano la restituzione di beni d’arte di provenienza illecita provenienza.