MiArt lascia il segno, De Bellis rilancia l’arte contemporanea

Milano

Una fiera più giovane che ha raccolto una buona risposta di pubblico. MiArt 2013 ha chiuso i battenti a Milano e gli organizzatori si dicono soddisfatti, come spiega il direttore artistico al debutto Vincenzo De Bellis: «Il bilancio della fiera è buono – ha detto – buonissimo per quanto riguarda le partecipazioni, sia delle gallerie, sia del pubblico. Abbiamo notato un grosso incremento di pubblico, sia in termini numerici sia in termini di qualità». L’edizione 2013, nelle sue quattro sezioni, ha dato più spazio alle gallerie giovani e, soprattutto, ha fornito al pubblico una panoramica a tutto campo, con le presenze di grandi maestri come Lucio Fontana o Giorgio De Chirico, ma anche di artisti meno storicizzati e di altre forme d’arte, come i fumetti di Andrea Pazienza o i quadri dedicati a Tex Willer. Ma a una fiera si deve anche vendere. «In termini di vendite – ha aggiunto De Bellis – la fiera ha dato segnali di grande miglioramento rispetto agli anni scorsi. Chiaramente non sono momenti d’oro per il paese, ma molto meglio di quello che pensavamo». Tra sculture biologiche che fanno pensare a Matrix, omaggi all’immaginario culturale del Pop e affascinanti animali postmoderni, compaiono poi tra gli stand della Fiera Milano City anche le farfalle di una vera star come Damien Hirst. Ma per i giovani artisti in Italia non mancano le difficoltà. «C’è poco supporto per loro – ha concluso il direttore artistico – quindi devono provare a fare da sè. Molti emigrano e la situazione è un po’ delicata». La prossima edizione del MiArt ci potrà dire se, nel frattempo, qualcosa è cambiato.