Palazzo Strozzi inaugura le visite tattili alla mostra sul Rinascimento

Firenze

Guardate la scultura ma, per favore, toccatela anche. Proprio così, perché a Firenze, a palazzo Strozzi, nella grande mostra che illustra la genesi del Rinascimento, Primavera del Rinascimento, si tengono visite tattili guidate di alcune sculture: per non vedenti ma anche per vedenti. La prima si è tenuta ieri. I prossimi appuntamenti, su prenotazione, si svolgeranno il 2 maggio, il 6 giugno e il 4 luglio 2013. La scultura è, effettivamente, l’arte che più si presta a un’esplorazione tattile. Osservare con le mani si rivela un’esperienza complessa ed emozionante. L’itinerario è incentrato sull’esplorazione del Dossale d’altare di Pagno di Lapo Portigiani e Michelozzo del Museo Stefano Bardini di Firenze. Ogni partecipante viene dotato di un paio di guanti sottilissimi con i quali è possibile delicatamente toccare l’opera per poterne apprezzare meglio le forme e la superficie. Dopo l’esperienza tattile negli spazi espositivi, la visita continua nella Sala Gessi, dove è possibile sperimentare con i calchi in gesso forniti dal liceo artistico di Porta Romana. La Sala Gessi, con le pareti affollate da riproduzioni di opere d’arte del passato, ricrea fedelmente l’ambiente di studio e di lavoro degli artisti accademici dell’Ottocento. I gessi che si trovano sui tavoli e sugli scaffali sono realizzati appositamente per l’osservazione tattile. Sul tavolo al centro della sala è posizionata una copia in gesso del busto di Marietta Strozzi di Desiderio da Settignano; l’originale, conservato a Berlino, è attualmente visibile nell’ultima sala della mostra, accanto a lei c’è inoltre una copia del Fanciullo che ride, sempre di Desiderio da Settignano, e il bassorilievo con un Angelo musicante che è una copia da Donatello. Dell’esperienza tattile ha dato testimonianza, proprio per l’iniziativa di palazzo Strozzi, Andrea Bocelli. «La visione oculare è trionfo della simultaneità e della sintesi – ha scritto – offre un quadro d’insieme, magari con la sua dose d’ingannevolezza, ma dal vantaggio immediato, mentre il tatto (e l’udito, a supporto) propone selezioni, tasselli da comporre. E l’immagine non è data: è piuttosto l’esito di un’esplorazione, carnale e metafisica».