Troppo non è mai abbastanza


La dice lunga il titolo originale, in tedesco, dell’ultima graphic novel di Ulli Lust: Heute ist der letzte tag vom rest deines lebens che in italiano suona come: oggi è l’ultimo giorno del resto delle nostre vite. Tradotto più o meno alla lettera per il Regno Unito (today is the last day of the rest of your life) e per la Spagna (Hoy es el ultimo dia del resto de tu vida). Fuori dal coro noi e i cugini francesi con, rispettivamente, Troppo non è mai abbastanza e (identico) Trop n’est pas assez. Tutto questo per dire che è dalla fusione dei due titoli che esce fuori l’anima dello scritto dall’altronde sintetizzabile nel più immediato e banale no future. Insomma, l’ultima fatica dell’austriaca (comunque la vogliate chiamare) è punk e lo è fino al midollo tirandosi appresso tutti i pro e i contro del caso.

Ulli Lust mette su pagina con i suoi disegni un pezzo della sua vita raccontando la sua esperienza di ragazza adolescente e ribelle che parte dall’Austria alla volta dell’Italia. In testa ha quello che resta della cultura punk inizio anni Ottanta e un groviglio di capelli che allontana il pettine come il gatto con il topo. In compagnia di un’amica raccimolano qualche spiccio e decidono di esplorare il Belpaese che fino a quel momento avevano visto solo in cartolina. Vicissitudini varie, piccoli contrattempi, amici di strada e sconfinamenti fra regione e regione condiscono l’avventura che sembra reggersi sull’abuso sessuale reale e psicologico.

Una storia on the road dunque che riprende in pieno la filosofia punk del do it your self. Il principio è facile: se in musica non serviva più studiare composizione per mettere su un gruppo e aspirare al successo (vedi i Sex Pistols) così per girare in un paese sconosciuto non servivano cartine, soldi o conoscenze. Presto però davanti alle due viaggiatrici si presenta l’altra faccia della medaglia, quella scura, quella che limita   l’estrema libertà del viaggio senza mete precise. Girando senza un mezzo proprio e senza denaro per poter pagare le notti in qualche squallido hotel, le due amiche si ritrovano a fare i conti con il baratto vendendo notti d’amore in cambio di ospitalità. Tutto comincia un po’ per caso per poi diventare una pratica abituale così tanto scontata da costringere la protagonista a dormire con il sacco a pelo nei parchi delle varie città se non vuole ritrovarsi dentro al letto compagni indesiderati. La pratica che fino a Roma in ogni caso sembrava basarsi su uno scambio (un letto per dormire per una notte di passione) salta allo sbarco in Sicilia dove ogni scusa, anche inesistente, spinge gli isolani ad approfittare delle grazie della ragazza. Ulli, infatti, in netto contrasto i costumi siciliani diventa facile preda di uomini di tutte le età che non potendo sfiorare le loro donne riservano le loro attenzioni alla straniera.

Quello che salta fuori dell’Italia inizio anni Ottanta è un paese arretrato in fatto di mode musicali, pieno però di viaggiatori stranieri disposti ad aiutare altri stranieri viaggiatori. Viene descritta una penisola colma di bei ragazzi dai modi gentili ma che nascondono fini poco poetici. Lo dicevamo all’inizio Ulli Lust con la sua ultima fatica si è portata dietro un mondo punk fatto anche e soprattutto di luoghi comuni. Ma alla fine lo sappiamo: anche questo è il bello del sesso, droga e rock n roll. Delle tavole originali della fumettista sono esposte al Goethe institut di Roma dove il libro è stato anche presentato in Italia edito da Coconino in collaborazione con la Fandango.