Una banda di tre insospettabili donne, prima nemiche poi amiche, trovano affinità e amicizia dopo aver partecipato all’omicidio del bruto di turno; se poi la vicenda si svolge in un’isola del Sud tra tradizioni e pescatori, il racconto assume toni più che grotteschi. La giovane Giorgia Farina (nella foto) debutta nel lungometraggio con Amiche da morire: una pellicola dal ricco cast – Claudia Gerini, Cristina Capotondi e Sabrina Impacciatore interpretano rispettivamente la bottana, la santa e la jettatrice – e con alle spalle una produzione che ha creduto e investito nel progetto, portando in chiave ironica sullo schermo differenti tipologie di donne unite loro malgrado. «Avevo voglia di fare qualcosa di nuovo attraverso un film di genere che strizzasse l’occhio anche al noir. Amo molto i film di genere, sono cresciuta guardando horror, western e thriller e con lo sceneggiatore Fabio Bonifaci già in fase di scrittura abbiamo cercato di far trapelare tutto questo», ha dichiarato la giovane regista in conferenza stampa. «È talmente una storia sospesa tra fantasia e realtà – prosegua Giorgia Farina – che mi piace l’idea di averla ambientata sull’isola che non c’è in modo da isolare le protagoniste dal mondo reale. Il film è stato girato in Puglia, a Monopoli e Polignano a Mare». Unanime l’entusiasmo delle tre attrici, diverse per tipologia ma unite nell’essere dei buoni volti per una commedia sui generis: «Ci siamo molto divertite sul set e questo trapela guardando il film». Tra gli interpreti anche un atipico Vinicio Marchioni nel ruolo di un ispettore poco professionale burlato dalle tre. In uscita con oltre duecentocinquanta copie, Amiche da morire rappresenta uno strano ibrido nel panorama della commedia italiana: un prodotto al femminile che gioca con gli stereotipi ma senza cadere nell’eccessiva macchietta anche se alcuni passaggi e momenti interpretativi appaiono un po’ troppo caricaturali. Si percepisce nettamente la volontà degli autori di uscire dagli schemi usurati di una certa commedia all’italiana. Tuttavia qualche forzatura in meno, nell’impianto narrativo così come nella messa in scena, avrebbe giovato a quest’opera prima frizzante e discontinua come il vento che soffia d’estate su un’isola del Mediterraneo.
Fantasia al potere nelle visioni del Grande e potente Oz: Sam Raimi dirige il prequel del Mago di Oz di Victor Fleming che racconta come il celebre mago, interpretato da James Franco, sia arrivato nel fatato mondo di Oz. Quando Oscar Diggs, un piccolo e affarista mago circense, viene scagliato dal Kansas al vivace regno di Oz, crede di aver vinto alla lotteria ma si troverà costretto ad affrontare i problemi del regno e dei suoi abitanti. Tanti omaggi al passato e un’iniezione di nuove tecnologie per un film ricco sotto tutti i punti di vista a cominciare dal cast femminile che raccoglie Michelle Williams, Mila Kunis e Rachel Weisz. Nell’eccessivo Spring breakers, del controverso Harmony Korine, quattro provocanti studentesse di un college decidono di finanziare la loro fuga per le vacanze primaverili, lo “spring break”, svaligiando un fast food. Anche qui, tra una colonna sonora ritmata e sostenuta, spicca tra gli attori un irriconoscibile James Franco che funge da catalizzatore per gli eccessi delle disinibite ragazze. Dalla Francia arriva la gustosa commedia La cuoca del presidente. Campione d’incassi in patria, il film di Christian Vincent racconta la storia di Danièle Delpeuch, cuoca personale di François Mitterrand per due anni all’Eliseo.
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