Dal fumetto alla tela

C’è sempre una prima volta. Soprattutto per la versatile Marjane Satrapi, fumettista, sceneggiatrice, illustratrice, regista – è l’autrice insieme a Vincent Paronnauddel del film Persepolis che, basato sulla omonima graphic novel, ha vinto il premio della giuria al festival di Cannes del 2007 – e ora anche pittrice. Già, perché Satrapi (nata a Teheran nel 1969, ha vissuto gli anni della rivoluzione islamica e della guerra all’Iraq, prima di abbandonare il paese giovanissima riparando nell’ordine a Vienna, Strasburgo e Parigi) espone per la prima volta i suoi dipinti, nella galleria Jerome de Noirmont.

Per l’occasione l’artista iraniana esibisce ventuno ritratti femminili inediti realizzati in quattro anni (dal 2009 al 2012) che rimandano alle protagoniste dei suoi fumetti. Lavori contraddistinti da colori dai toni accesi – dal giallo al rosso al blu – che ben raccontano dell’infanzia di Satrapi e di una Teheran che non esiste più. Scrutando i volti delle donne ritratte è facile ritrovare i cosiddetti profili autobiografici presenti nelle strisce di Persepolis, affascinante racconto diviso in quattro albi dove l’autrice ripercorre i suoi primi dieci anni di vita, la caduta del regime dello Scià, la guerra tra Iraq e Iran, la sua adolescenza e la fuga.

Donne che Satrapi (francese d’adozione) ha avuto modo di incontrare nel corso di una esistenza incredibile e che tutt’ora vivono nei suoi ricordi. Figure forti e orgogliose, ma in questo Satrapi non allude ad alcuna forma di femminismo, pur continuando ad auspicare una radicale rivoluzione culturale scevra da obblighi e restrizioni imposti da qualsivoglia costume locale. La personale parigina è visitabile fino al 23 marzo.

Fino al 23 marzo; galleria Jerome de Noirmont, avenue Matignon 38, Parigi;  info: www.denoirmont.com