Un manifesto per il Lazio

Si chiama Laziocontemporanea il manifesto per la rinascita della regione in campo artistico e culturale. A presentarlo, ieri a Roma, Nicola Zingaretti, che ha fatto della cultura uno dei suoi cavalli di battaglia per la conquista della regione Lazio. Dove altri sostengono che con la cultura non si mangia, il candidato del centrosinistra è convinto del contrario e non dimentica nel suo mordi & fuggi elettorale i desiderata degli addetti ai lavori. Seconda tappa dopo l’incontro di metà dicembre al Pastificio Cerere, promosso dall’omonima fondazione di cui è direttore artistico Marcello Smarrelli, e da Vocazione Roma (la presidente, Elisabetta Maggini, era con Zingaretti sul palco – tra i partner del candidato governatore più attivi nel settore, il manifesto per il Lazio presentato al complesso di santo Spirito in Sassia prevede dieci punti. Dieci come i punti del suo programma, tra i quali la cultura come risorsa è al sesto, dopo il diritto allo studio e prima del diritto alla mobilità.

Al primo posto tra gli impegni della futura amministrazione, per Zingaretti – forse a scanso delle critiche piovute sul Pd dopo la non oculata nomina di Francesco Spano alla segreteria del Maxxi – c’è quello di introdurre criteri di trasparenza e obiettività all’interno della pubblica amministrazione nel settore, con commissioni esterne ed esperti anche internazionali e pubblicazione online dei curricula dei candidati. Segue l’impegno a istituire un’apposita commissione sull’arte contemporanea, con particolare attenzione alla progettazione dei piccoli comuni, con azioni (è il terzo punto) che favoriscano la presenza di artisti del territorio. Il censimento dei luoghi pubblici abbandonati e riutilizzabili per studi e residenze d’artista e la rete delle case dell’arte contemporanea, tipo kunsthalle, nelle province e nelle periferie sono ai punti successivi. Come pure un programma di sensibilizzazione al contemporaneo nelle scuole e interventi di arte pubblica nelle zone degradate. I principali soggetti economici della regione saranno incentivati al collezionismo di artisti del territorio, mentre un apposito calendario Laziocontemporanea dovrebbe garantire un’offera che eviti duplicazioni e sovrapposizioni. Chiude, nel manifesto, la volontà di fare del Lazio una finestra sul mondo, aperta a programmi di scambio e stage per curatori internazionali.

Dieci punti, trascritti su un’improbabile carta celestina; dieci minuti per declamarli al pubblico, abbastanza numeroso, degli addetti al lavoro e degli interessati. Per ora soltanto parole, come recita una vecchia canzone, ma anche queste valgono qualcosa, quando nessuno si occupa dei fatti. Leggi il documento completo su: www.nicolazingaretti.it e ascolta il video della serata sotto.

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