Il festival della creatività

Novità, giovani e talento le parole d’ordine del festival della creatività inaugurato alla Factory spazio giovani di Roma capitale. Arti visive, performance teatrali, musica e audiovisivi. Un’area di oltre mille metri quadrati situata all’interno dell’ex mattatoio di Testaccio, un centro pubblico polivalente dotato di palcoscenico, impianto luci e strutture espositive, a costo zero per le idee e i lavori di qualità dei giovani romani. Nessuna regola o limite su temi e linguaggi: denominatore comune sono esclusivamente l’età degli autori – rigorosamente sotto la soglia dei trentacinque anni – e l’appartenenza al territorio di Roma – come residenti, domiciliati o iscritti a un corso di formazione della città.

Tra le proposte più innovative c’è quella di Artnoise che partecipa al festival con il progetto Ortica (Organic theme in contemporary art), che prevede l’intervento di otto giovani artisti che attraverso diversi media, riflettono sulla presenza e sull’utilizzo della materia organica nella creazione artistica. Organico, per loro, significa innanzitutto organismo dotato di ordine interno, risultato delle leggi antichissime che regolano l’universo. Allo stesso tempo è una trama aperta all’imperfezione che pone la sfida creativa della variazione improvvisa. Diversi approcci e diverse tecniche ma è comune questo impulso al superamento di un ordine prestabilito.

Andreco e Luca Coclite scelgono il video come forma espressiva, concentrandosi l’uno sui processi di transizione della materia, l’altro sul rapporto con la terra e sulla percezione dello spazio. Una dimensione più intima caratterizza l’installazione di Roberto Atzori attraverso cui la vita viene narrata e immaginata nel suo essere ancestrale, nell’installazione di Diego Miguel Mirabella invece è lo sguardo il protagonista indiscusso, quello performativo di chi osserva, dove deperibilità e morte non fermano il flusso continuo della natura. Angela Zurlo mette in scena il corpo, offerto allo spettatore nella sua possente e vulnerabile nudità. Della massa inerme viene indagato il più intimo movimento, tramite il ricamo ora nervoso ora quieto che lo attraversa e ne esplora gli umori, liquidamente sospesi tra l’universo organico e quello concettuale. Scienza, alchimia e geomentria al centro delle opere di Leonardo Petrucci, Alessandro Vizzini, e Alessandro Rosa. Infine le creature di Annabella Cuomo, avvicendano sulle pareti bianche nelle loro forme mutevoli, vittime di un sacrificio che le ha portate a perdere la propria identità, ci portano in un’atmosfera fiabesca, emblematicamente rappresentative di quanto avviene nella società contemporanea.

fino al 3 marzo; Macro Testaccio, piazza Orazio Giustiniani 4, Roma; info: http://museomacro.org/it/macro-testaccio