Teatro, favole moderne

«Una ragazzina scalza su un ponte. Una sera qualsiasi al crepuscolo. L’acqua della Senna scorre. La ragazzina guarda in basso, impaurita ed eccitata. Una donna sulla quarantina è sola nella sua stanza della toletta. Si prepara minuziosamente a una nuova vita, che forse avrà inizio proprio questa sera. Il tema è il desiderio. Desiderato, frustrato, represso. Il desiderio deve attendere, escludere per essere soddisfatto. Partendo da alcune suggestioni dei romanzi di Irène Némirovsky, si è tradotto questo stato in un movimento: in un crudele, ritmico, ridicolo combattimento tra una madre e una figlia. Il pubblico farà da arbitro. Due donne come quelle dei film muti, con gli occhi grandi e le collane di perle, che scontrandosi, si riuniscono. In una zona del desiderio ambigua e paurosa, con un piede già oltre la linea del tempo, queste donne esistono, sognano, si battono. Giocano un duello dove natura e caos eleggeranno una sola vincitrice». Così Francesco Villano, regista dello spettacolo Sonata per ragazza sola (guarda la gallery di Manuela Giusto), descrive le sue sofferte protagoniste alle prese con un omaggio a Irène Némirovskj. L’evento teatrale, che ha debuttato sabato scorso alla Casa dei teatri ed è in programma fino al 3 febbraio alla Casa delle culture di Roma, è un approfondimento sulla figura dell’autrice di origine russa, ma d’adozione francese, scomparsa tragicamente ad Auschwitz nel 1942 e recentemente riscoperta da pubblico e critica, dopo la pubblicazione del suo romanzo postumo Suite francese, avvenuta nel 2004.

Oggi e domani, al teatro Palladium di Roma, va in scena Pinocchio, un progetto di Babilonia teatri e Gli amici di Luca. I registi Valeria Raimondi ed Enrico Castellani portano sul palco persone uscite dal coma che in scena raccontano la loro sofferente esperienza. I due autori non tradiscono, dunque, la loro fama di interpreti di un teatro dai tratti crudi, scansando del pietismo gratuito e puntando a una narrazione drammaturgica cucita attraverso frammenti del reale estrapolato da giornali, televisioni e media. Alla domanda «perché fate teatro» i registi rispondono alla loro maniera: «Ci è stato dato un calcio nel culo, fare teatro è l’unica possibilità per restituirlo. Ci siamo innamorati di loro. Della loro autenticità. Della loro imperfezione. Della loro sporcizia. Abbiamo trovato in loro uno specchio della società reale. Persone lontane da noi. Con vissuti, esperienze e modi di pensare che non ci appartengono, che non appartengono alle persone che frequentiamo. Abbiamo incontrato quel mondo che sempre vogliamo fotografare, raccontare e restituire. Un’umanità da ascoltare e amplificare senza pietismo, paternalismo né razzismo. Pinocchio è la loro umanità. Le loro e le nostre debolezze e incoerenze. L’eterno contrasto tra innocenza e consapevolezza: assunzione o fuga dalle responsabilità. Pinocchio è le nostre tentazioni. Le nostre contraddizioni. Le nostre bugie. È questo il paese dei balocchi?». (Sotto il trailer dello spettacolo)

Debutta oggi a Bologna, con ingresso libero dalle 15 alle 18 al teatro del Navile, l’Omaggio a John Cage con proiezioni video e presentazioni di libri d’artista che illustrano i controversi e amati anni ’70. Attraverso vecchi filmati, fotografie, dipinti e disegni di differenti artisti e studiosi si da vita a un itinerario evocativo che racconta la figura del grande musicista da sempre interessato anche al mondo dell’architettura, pittura, poesia, teatro. Tra teatro acrobatico, evoluzioni, gag e musica pop arriva la rilettura avventurosa di Biancaneve firmata dalla Baracca Testoni Ragazzi: lo spettacolo, particolarmente adatto alle famiglie con bambini, va in scena al teatro Astra di Vicenza domenica 27 gennaio. “Si tratta – scrivono gli autori – di una trasformazione dei ruoli e degli oggetti in scena per assecondare la narrazione. Una metamorfosi, proprio come quella che vive la protagonista della fiaba nel suo viaggio iniziatico e come quella dell’individuo durante la crescita”.

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