Cariatidi

Genova

Lo scalone di Villa Croce prende vita con 5000 fogli appesi singolarmente a ricostruire un fregio tridimensionale; una teoria di cariatidi contemporanee, donne nude di diverse età, la cui immagine, fotografata, disegnata o trovata dall’artista Marta Dell’Angelo, è stata montata in una successione quasi cinematografica. I corpi composti dalla sovrapposizione di decine di frammenti di fogli A4, che stampati e fotocopiati, creano una pelle squamosa in perenne movimento. Un filtro che reagisce agli spostamenti d’aria creati dal passaggio del pubblico per le scale, svolazzando in onde di movimento che negano la bidimensionalità del foglio e della parete. Le immagini in bianco e nero, con improvvisi dettagli di colore, si sgretolano in astratte campiture tonali quando visti da vicino, citando formalmente le fotografie di E. J. Muybridge (1830-1904) Woman walking downstairs, strizza l’occhio a un capolavoro della storia dell’arte contemporanea come il Nudo che scende le scale n. 2 di Marcel Duchamp (1887-1968), per raccontare la frammentata percezione del nostro corpo teorizzata da Jaques Lacan (1901-81). Queste cariatidi si ribellano virtualmente al peso dell’elemento architettonico marmoreo, non sono colonne umane prigioniere del peso dell’architettura ma figure libere che balzano, danzano, si tuffano, fanno la verticale, la spaccata, le capriole, si inginocchiano, si girano, si alzano in punta di piedi, sfuggendo alla rigida geometria dello spazio. Questi corpi sembrano partecipare a un rito pagano, un baccanale contemporaneo in cui il corpo femminile nudo è rivendicazione di libertà e di azione, una forma visiva di écriture féminine.