Firenze, Maggio commissariato

Una gettata di acido in faccia: si paragona al direttore del Bolshoi Francesca Colombo, la sovrintendente del teatro musicale di Firenze Maggio fiorentino che da questa mattina è ufficialmente commissariato dal ministero dei Beni e delle attività culturali. «Un atto che ci offende nella forma e nel contenuto», ha spiegato la Colombo, nel pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa. Un atto necessario, invece, per il Mibac, che affida la sua replica a una nota in cui punta il dito contro il buco di bilancio di tre milioni di euro nell’ultimo anno, tanto che a dicembre erano stati fatti anche dei licenziamenti per sfoltire le spese. E a questa motivazione si è aggiunta quella dello scioglimento del consiglio di amministrazione della fondazione del teatro, presieduta dal sindaco Matteo Renzi, per via delle defezioni eccellenti avvenute negli ultimi mesi: Paolo Fresco e Mario Primicerio, come rappresentanti dei soci privati, e, due giorni fa, Antonio Marotti, designato dal Mibac, che hanno fatto scendere così da sette a quattro i membri del cda quando il numero minimo dei componenti è fissato a cinque. Ma Francesca Colombo non ci sta. Parla di una decisione dal sapore politico, vista l’imminenza delle elezioni. Anche perché non saprebbe altrimenti come spiegarsi il passaggio della lettera del ministro Lorenzo Ornaghi in cui si parla di «gravi irregolarità nella gestione», dal momento che, come ha dichiarato: «Abbiamo fatto più di quello che chiunque avrebbe potuto fare, abbiamo portato risultati artistici, atti gestionali e messo strutturalmente il Maggio in pareggio. Mi chiedo perché il commissariamento arrivi adesso, mi pongo tanti quesiti e soprattutto mi chiedo cosa mi viene criticato».

Francesca Colombo ha tenuto a illustrare la situazione economica del teatro. Ebbene, dati alla mano, ha spiegato come, tra il 2012 e il 2013, sotto la sua gestione, si sia conseguito per la prima volta nella storia del Maggio musicale fiorentino il pareggio di bilancio tra il totale della produzione, i costi e gli oneri finanziari, addirittura facendo registrare un utile di 471.206 euro entro il 2013. Ma una critica, a margine della conferenza stampa, le è stata mossa da Silvano Ghisolfi, della Cgil, che ha manifestato il suo stupore per le cifre snocciolate dalla sovrintendente: «Potrebbero essere tutte smentite – ha chiarito – nel suo discorso non ha sottolineato abbastanza i sacrifici chiesti ai lavoratori nel corso di questi anni per cercare di rendere il bilancio del Maggio finanziabile dalle banche». La Colombo si difende, dice di avere agito sempre di comune accordo con il sindaco Renzi, anche lui rimasto sconcertato di fronte alla notizia. Una notizia che in poco tempo è diventata un assist per i politici, che, impegnati in campagna elettorale, ci hanno messo poco a strumentalizzare la vicenda e a ripartire le responsabilità e le accuse al ministero o all’amministrazione comunale, a seconda degli schieramenti politici di appartenenza.

La questione tuttavia non è chiusa. Dall’ufficio stampa del Mibac sottolineano che entro una settimana da oggi ci sarà tempo per presentare le controdeduzioni e rivelano che domani o venerdì ci sarà un incontro tra i tecnici del ministero e il sindaco di Firenze Matteo Renzi per valutare le eventuali proposte dirette al risanamento del teatro. Ma cosa potrebbe inventarsi la dirigenza del teatro per indurre Ornaghi a ritornare sulle sue decisioni? L’aumento di capitale o l’ingresso di nuovi soci, questi sono, da fonti ministeriali, gli unici antidoti possibili al commissariamento. Diversamente, allo scadere dei sette giorni sarà nominato il nuovo commissario. E dal quotidiano fiorentino La Nazione ieri è iniziato il toto nomi: il più quotato stranamente è proprio quello di Francesca Colombo.

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