Porno da sbirciare

Non sempre la pornografia ha un retrogusto fatto di perversione e audacia. Qualche volta essa può rivelarsi lo specchio dell’ingenuità e della curiosità più innocente. È l’approccio goffo di un bambino alle prime immagini sessuali. È la scoperta del sesso spiato dal buco della serratura. La pornografia di Fulvia Monguzzi, in arte MissGoffetown, si nutre di tale, fondante genuinità, fatta di curiosità imbarazzata e domande taciute. La corposa serie di lavori basati sul porno è in mostra alla Venus gallery, che con questa esposizione ha inaugurato l’inizio della sua attività. Una nuova galleria d’arte rigorosamente online, con la missione di diffondere senza pregiudizio la cultura dell’arte erotico-pornografica attraverso le potenzialità della rete. Nuoto acrobatico (da camera) e altre discipline, questo il titolo della mostra, è la giocosa metafora fanciullesca dell’inavvertita scoperta di ciò che va oltre la concezione pratica ed esperienziale del sesso, tipica, appunto, dei bambini. E rappresenta, inoltre, la vena artistica divertita e spensierata della Monguzzi, che ammette quanto le sue opere siano «simpatiche, forme semplici di un nostalgico divertimento. Nulla più. Non c’è malizia, ma certo i maliziosi troveranno una quantità infinita di doppi sensi». E questo è fuori dubbio, perché la dovizia di particolari di certo non manca. L’atto sessuale, volutamente rappresentato con un tratto ingenuo e grezzo, attraverso strumenti tipici dell’infanzia come i pennarelli, è gettato su carta nudo e crudo, freddamente meccanico, proprio come si trattasse, appunto, di una disciplina sportiva.

Pornarelli, Porno e Pornotes rappresentano immagini rubate di una sessualità stemperata da colori estremamente vivaci su semplici fogli di carta, che diventano un mezzo confidenziale a cui approcciarsi con minore soggezione. «Ho esposto per la prima volta i Pornarelli e il libro Porno Subito nella mostra N° 27 curata da Roberta Pagani – racconta l’artista, a proposito del concepimento di questa serie di lavori dedicati al sesso – La location era un vecchio studio notarile a Torino, disabitato da più di cinque anni, con una decina di stanze completamente vuote e dalle pareti colorate. Il quaderno dei Pornarelli stava in un angolo, appoggiato su un piccolo comodino. Si poteva sfogliare chinandosi come in un confessionale. Mi piace da morire quest’immagine: sbirciavo a mia volta i visitatori avvicinarsi, curiosi ma sempre discreti, tutti sorrisini e imbarazzo». Con Pornarelli, Porno e Pornotes ci si approccia al sesso con curiosità, come se fosse la prima volta. Il ricordo dell’inesperienza, la nostalgia e l’incredulità della fanciullezza, le prime scoperte e la vorticosa moltitudine di interrogativi. Pensieri e sensazioni che fanno parte di un patrimonio comune, e che oggi prendono forma e consistenza attraverso la carta e altri, stravaganti quanto quotidiani, supporti. «La rappresentazione del soggetto erotico oggi ha perso la sua carica magica e fantastica. Con la carta (da stropicciare, toccare, stringere, sciupare, sporcare, consumare) si torna a una dimensione più intima d’intendere la fruizione della pornografia. I miei lavori si nutrono di nostalgia di vecchi oggetti, feticci (che si tratti di un pacchetto di fiammiferi, di un sottotorta o di un centrino della nonna), ai quali ridò vita divertendomi a giocare, risalendo e ribaltando, con la scala di valori che questi oggetti spesso contengono e rappresentano». Nella serie Riaccendimi, infatti, accade proprio questo: comunissime scatole di fiammiferi con, all’interno, una sorpresa. Disegni che hanno il sapore di scuola e pubertà, di risatine e gote rosse, di incertezza più che di navigata esperienza. Illustrazioni cui ci si trova di fronte inaspettatamente, mentre ci si accende una sigaretta o si vaga in un appartamento disabitato, trovando per caso un vecchio e polveroso taccuino.

Fulvia Monguzzi usa il linguaggio dell’illustrazione per esorcizzare le paure e le incertezze più intime e ataviche dell’uomo, legate alla sessualità e all’erotismo. Così, quella magia che la modernità ha reso obsoleta viene recuperata un poco alla volta, grazie all’ironia e alla fantasia, in una spirale fatta sì di corpi, bocche, gambe e braccia avvinghiati, avvitati e allacciati nei modi più vari, ma anche di una fantasiosa ed eccentrica visione della realtà, creando un mondo dove gli adulti non possono entrare, se non sbirciando sommessamente tra i pensieri dei più piccoli. La Monguzzi inaugurerà un’altra esposizione, visitabile dal 9 all’11 gennaio in Via Garibaldi 31, Desio, dal titolo Compilation, in cui, con la collaborazione di Rugge, saranno in mostra 36 canzoni di successo illustrate dai due artisti, incidendo i dischi e stampando in 36 copie su carta.