Oltre limite

«Un’immagine colpisce prima nello stomaco, al cuore per finire poi alla testa e dentro gli occhi», scriveva André Kertész. Quella frase che, se letta con attenzione, lasciando alla mente quei secondi necessari per elaborarla, è la frase guida di un giovane fotografo, classe 1972, Giampaolo Gentili di cui l’ufficio Cultura dell’ambasciata turca a Roma ospita la personale Oltre limite, inaugurata ieri sera.

La mostra si compone di 27 scatti che l’autore ha realizzato in una terra affascinante, quanto ancora difficile, come appunto la Turchia. Quel paese simbolicamente e geograficamente diviso in due “mondi” è raccontato con sguardo arguto e intrigante, lievemente nostalgico e difficilmente accostabile alla classica definizione di “fotografia paesaggistica”. Ogni foto è una storia, una narrazione che racconta l’amore profondo e un altrettanto strettissimo legame tra Gentili e la terra, il mare, il mondo racchiuso sotto il paese della mezza luna. Obiettivo aperto su una realtà catturata con osservanza e sguardo meravigliato, quanto umile dedito a raccontare – con un “fare” quasi ingenuo, puro e uno stile a metà tra la fotografia d’arte e quella giornalistica – un mondo che Gentili conosce ormai da tempo perché è proprio in quel paese che ha deciso di trascorrere il suo futuro.

«Avevo bisogno di dire la mia vita, il mio pensiero, attraverso la verità della fotografia, cercando insistentemente i miei “pennelli”», racconta il fotografo che aggiunge: «E per far questo non potevo prescindere dalla comprensione e osservazione ammirata della pittura, da cui trarre stimoli espressivi; l’impressionismo e il decostruttivismo ad esempio hanno maggiormente attirato i miei studi. Un nuovo da scoprire tenendo conto del vecchio, ma allo stesso tempo reale, che interagisse sinceramente con l’immagine vista attraverso l’obiettivo». Ed è così che lo spettatore si trova davanti non solo la “copia” di un “qualcosa”, ma uno scatto vero che trasuda realismo e poesia.

A curare la mostra, che resterà aperta al pubblico fino al prossimo 4 gennaio, Francesco Giulio Farachi e Angelo Andriuolo. Ed è proprio quest’ultimo a tratteggiare, con dovizia di particolari, il profilo del fotografo, spiegando la sua ricerca.

«La fotografia di Gentili – dice Andriuolo – è connettività assoluta, un assioma negato che porta ad una nuova realtà, un nuovo mondo visualizzato da una prospettiva insolita, uno “scamming” attraverso gli occhi composti degli scarti … Una richiesta struggente, istintiva, emotiva che viene compiuta, e in maniera magistrale, con l’ausilio di un mezzo apparentemente “freddo”. E finalmente ecco che allora, attraverso il semplice gesto dello scatto, il postulato negato diventa verità assoluta, immagine chiara e profonda nonostante la nebulosità provocata. La sua partecipazione è totale, completa, esaustiva. Anche dolorosamente interiore. Il motore che, solo, tutto muove nell’universo di Gentili – conclude il curatore – è il cuore».

Fino al 4 gennaio. Ufficio cultura e informazioni ambasciata turca, piazza della Repubblica 55/56, Roma.

Info: 064871190; 064871393; www.turchia.it.  

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