Oro, rosso e azzurro i colori del padre del figlio e dello spirito

La storica chiesa di San Fedele di Milano, progettata dall’architetto Pellegrino Tibaldi, ha conosciuto nei secoli diversi interventi, con la sostituzione di arredi liturgici e pale d’altare. Nella seconda metà del Novecento ha ospitato una pala in ceramica di Lucio Fontana e, pochi decenni dopo, una splendida Via Crucis, sempre dello stesso autore. Anche oggi la chiesa dei gesuiti si segnala per questo dialogo tra arte e fede. In modo particolare, il 21 ottobre è stata inaugurata l’installazione di tre monocromi dell’americano David Simpson, grazie a un prestito della famiglia Panza di Biumo, di cui la galleria San Fedele ha da poco ricordato Giuseppe, celebre collezionista scomparso nel 2010, con la mostra Tra natura e spirito. I dipinti sono stati collocati nel presbiterio che, tradizionalmente, nel simbolismo dell’edificio ecclesiale, rappresenta l’escaton, la Gerusalemme celeste, la città meravigliosa della fine dei tempi, dove regna la luce.

E queste opere si mostrano come modelli straordinari di specchi gettati sul cielo, grandi superfici riflettenti in grado di assorbire la luce, per poi irradiarla e diffonderla nello spazio circostante. Guardando attentamente la tela, notiamo come la pennellata abbia direzionalità differenti. L’angolo di incidenza del pennello cambia continuamente. La tela si presenta come superficie di un solo colore. Tuttavia, appare sempre mutevole e provvisoria. La luce del giorno, infatti, muta minuto dopo minuto, istante dopo istante. I riflessi luminosi variano, senza sosta, in maniera sempre nuova. La superficie del quadro contiene infinite immagini. Immagini inafferrabili di luce, sempre cangianti, mutevoli. I dipinti si fanno immagini dell’infinito nel finito. Tutto si fa qui movimento. La visione cambia continuamente. La superficie del quadro sembra scomparire, diventando pura vibrazione di luce. Il nostro sguardo intravede sempre un “ulteriore”. La scelta dei colori è stata fondamentale. Sono stati infatti individuati colori che nell’iconografia tradizionale sono entrati nella nostra cultura religiosa. L’oro, il rosso e l’azzurro-argento suggeriscono infatti i colori del Padre (vedi i fondi oro dei mosaici bizantini o delle tavole medioevali, simboli del divino, della presenza di Dio che avvolge la storia dell’uomo), del Figlio (il rosso è il colore del sangue e della regalità di Cristo) e dello Spirito (l’azzurro è il colore del cielo, del vento, del soffio).