La pornografia è ovunque

Francesca Canfora (nella foto), che insieme a Daniele Ratti è curatrice della mostra, spiega l’importanza di un’esposizione che affronti il porno, per la sua presenza prepotente nella vita moderna, ma anche per i messaggi sottesi che l’esplicitazione sessuale può nascondere.

Qual è il motivo che vi ha spinto a organizzare una mostra interamente dedicata all’arte pornografica? E che significato ha il titolo dato all’esposizione?

Il titolo, Porndemia, in realtà è un neologismo creato ad hoc che riassume la linea teorica sottesa alla mostra, ovvero il dilagare della pornografia nel quotidiano. Il porno, dunque, che diventa pop, un fenomeno di massa e non più di nicchia. Tutto ciò ha un riverbero anche nell’arte, ma la cosa interessante è che a partire dal dato esplicito più crudo e manifesto, dunque pornografico e non erotico, gli artisti intendono trasmettere un altro messaggio, che di volta in volta muta a seconda della poetica di ognuno di loro.

La pornografia rimane comunque una tematica forte, che non tutti digeriscono, con o senza i suoi significati nascosti.Che tipo di riscontro vi aspettate dai visitatori della mostra?

Se la pornografia è un argomento che attrae, anche solo per curiosità, per contro invece, quando oltrepassa i confini del privato, desta ancora pruderie o falsi moralismi. Sicuramente è una sfida proporre come soggetto di una mostra la pornografia, cercando di mostrare al pubblico il pensiero, magari di tutt’altra natura, che si cela dietro ogni opera. Mentre dilagano le mostre sull’erotismo, sulla sessualità mostrata in modo più velato, è sicuramente più raro o difficile avere l’opportunità di vedere una raccolta di opere del genere. Paratissima non è un’istituzione pubblica costretta da determinati vincoli. Non è una galleria d’arte legata a fattori commerciali. Come dire, abbiamo la libertà di fare una mostra sulla pornografia senza limitazioni o imposizioni, e questo è innegabilmente divertente ed è uno dei motivi che ci ha spinto a farla. Il riscontro del pubblico, soprattutto in questi casi, è un terno al lotto. Sicuramente non ci si può che aspettare pareri controversi, su questo non c’è dubbio.

Cosa pensate dell’arte pornografica e degli artisti che ne hanno indagato le peculiarità?

A parte casi rari e specifici di artisti che trattano il sesso e i suoi derivati pornografici in modo esclusivo, come Araki ad esempio, non credo si possa parlare di espressione artistica definita, incasellata nettamente in un genere di questo tipo. È più frequente incontrare artisti che hanno affrontato anche questo argomento, oltre a tanti altri. Il mio parere personale, non solo in questo caso, è viziato dalla validità delle opere e degli artisti: se sono presenti ricerca e poetica convincenti, l’arte, la vera arte, è in grado di trattare qualsiasi argomento nobilitandolo, senza il minimo imbarazzo e senza il pericolo di scadere nel volgare.