Cromatiche astrazioni

Antonio Sanfilippo si orienta verso l’astrazione aprendo e dissolvendo le forme in suggestioni cromatiche e luminose, che caratterizzano lo spazio con le loro sfumature. La luce è concepita come un valore strutturale, non dipinta ma costruita all’interno della composizione, mediante la creazione di segni incisi sulla superficie pittorica. L’artista siciliano nato a Partana (Tp) nel 1923, è firmatario nel 1974 a Roma, del manifesto di Forma, atto di nascita dell’Astrattismo in Italia. In suo onore la Fam, Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, ospita fino al 13 gennaio Gli anni sessanta. Il colore del segno, esposizione ricca di spunti, che oltre al nucleo storico delle opere dell’autore presenti alla Biennale di Venezia del 1966, offre al visitatore una selezione di lavori inediti provenienti da collezionisti e dall’archivio di Roma.

L’evento organizzato dall’associazione amici della pittura Siciliana dell’Ottocento insieme all’archivio Sanfilippo di Roma gode del patrocinio del comune e della provincia regionale di Agrigento, più il supporto dello sponsor Elenka benessere. L’elegante catalogo contiene i testi di Paola Bonani, Fabrizio D’Amico e Sergio Troisi. «Sanfilippo si orienta prima sul concretismo di Magnelli – spiega il critico Fabrizio D’Amico – poi su Hartung e su Kandinsky, attraverso loro giunge all’elaborazione del suo segno particolare. La sua figura più tipica è costituita da una sorta di nuvola o galassia di segni coloratissimi ai quali affida notorietà in campo internazionale e che presenta in numerose mostre in Italia e all’estero».

Il maestro siciliano riproduce nelle sue tele spazi leggeri e trasparenti entro cui s’innesta un vocabolario di segni talora minimi, cromatici e puramente grafici. La pittura ha i suoi tempi, i suoi ritmi, le sue pause di riflessione. L’invenzione segnica scava angoli nascosti dell’animo immettendovi colate di colori senza trascurare la forma o l’idea, ogni soggetto, prima scelto dall’input di un’emozione di pelle, è poi indagato, selezionato, interpretato. Sanfilippo colpisce per il particolare rapporto che ha sempre creato tra segno e spazio, tra percorsi emergenti d’istinto direttamente nel gesto, ora libero, ora coltivato e controllato in elegante e armoniosa misura, ora modulato come scrittura segreta, sensibile agli itinerari del pensiero.

fino al 13 gennaio

Fam, Fabbriche chiaramontane, piazza San Francesco 1, Agrigento