Annalù, la poesia della vita

Strani incontri. Forme bizzarre. Architetture dell’immaginario. Metamorfosi. È questa roba qua, per dirla con le parole di Alessandro Riva, che mette assieme Annalù, al secolo Annaluigia Boeretto (San Donà di Piave, 1976). Strane forme impasto d’acqua, di resina, d’aria forse. Strano anche l’averle così, eteree e fuggevoli, con le tante torri di San Gimignano a fare da cornice materica, quasi magica, alle forme strambe e volitive. Ma è un contrasto solo apparente quello fra torri svettanti e pagine di ghiaccio, che tutto si raccoglie, si tiene sotto le volte della galleria Gagliardi che ospita l’artista. De rerum natura – questo il titolo della personale che si conclude il 28 ottobre – racconta, nel fare il verso all’opera di Lucrezio e con l’ausilio dei versi di Leopardi, la memoria della materia, la sua soave bellezza, più che la natura delle cose. Passaggi e paesaggi d’una metamorfosi, sospesa tra mito e realtà.

Scrive Isabella Del Guerra, la curatrice: «Sediamo e miriamo le farfalle che, leggere, si posano su rose trasparenti create ad arte con una resina simile alla spuma delle onde, immaginiamo il vento che passa tra petali e foglie facendole stormire, miriamo altre foglie che, invece, sembrano essere di ghiaccio appoggiate su frammenti di tronchi d’alberi trovati nel mondo incantato dove il silenzio è sovrannaturale». E ancora: «Sediamo e miriamo libri dalle cui pagine sgorga il fiume della parola: sono lettere in disordine che indicano, attraverso un alfabeto criptico, la strada della sapienza interiore. Sono pochi gli elementi che Annalù usa nel comporre le sue sculture, ma ognuno di questi è custode della memoria in dinamico divenire. La terra, origine della vita e custode della morte, le radici, la cui forza riesce a sconfiggere le barriere più solide e resistenti, la sabbia, che dall’origine della terra raccoglie i racconti del tempo e le farfalle, messaggere del sussurro divino».

La terra, dunque, come già l’acqua, di fiume o d’altrove poco importa, per lei che, nipote d’una barcarola del Piave, abita ancora la casa della nonna in riva al grande fiume. Portatore di storie, di memorie (come qualcuno direbbe tout court dell’acqua) che Annalù traduce in un’idea di bellezza, eleganza e leggerezza che ha pochi riscontri in questo tempo di bujori. Natura, magia delle cose che fluttuano, mutuano, abbagliano, e dal Veneto giungono alla Toscana profonda. E sotto queste torri di pietra, davanti alle sue resine emozionali, pare quasi che tra l’antico fare dei maestri che aggiungeva e il nuovo che chiede di togliere alla materia per dare essenza all’arte, lei abbia trovato una via di mezzo, tutta sua, sotterranea e lucente – come i flutti – per narrare la natura delle cose, la poesia della vita che scorre, come l’acqua. “E il naufragar m’e’ dolce in questo mare”, direbbe il poeta.

Galleria Gagliardi, via San Giovanni 57, San Gimignano (Siena) Tel. 0577942196

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