Paolo Chiasera, màn

Milano

Nelle lingue indo-germaniche màn ha il significato di pensare, conoscere, intendere, misurare. Sulla radice màn si costruisce la parola ‘mente’ ed in genere tutte le parole legate al manere, al permanere da cui la pretesa della mente di essere un contenuto stabile, eterno. Una mostra d’arte è innanzitutto una visione della mente, un pensiero che unisce le opere e attraverso le opere va costruendo un senso del mondo. È il contenuto visivo di un’intuizione – che l’artista trasmette avvalendosi tra gli altri del mezzo pittorico – e delle sue qualità di traduzione del pensiero. A partire da questa constatazione ciò che Paolo Chiasera propone è di estendere i generi pittorici alle pratiche curatoriali, traducendo il contenuto della mostra nel codice della pittura, in una ‘Exhibition Painting’; ovvero in una mostra che si realizza all’interno della rappresentazione. Come ogni mostra, l’Exhibition Painting include opere di vari artisti ma, lavorando sul concetto inteso nell’accezione aristotelica come conoscenza di ciò che vi è di identico in una molteplicità, elabora una produttiva differenza rispetto gli sviluppi dell’Appropriation e della Reappropriation Art.