Lo scandalo si ripete. È quello dello scrittore di successo che sul web redige recensioni e commenti straordinari delle proprie opere e dissacra le altre, tutte da cestinare. Stavolta ad essere preso con le mani nel sacco è R. J. Ellory, affermato romanziere inglese che, su Amazon, la più grande libreria online del mondo, se la cantava e se la suonava, rigorosamente sotto falso nome proponendo ai lettori “calorosamente ” i propri libri e sconsigliando quelli della concorrenza. A riverarlo il Daily mail di Londra. Lo scandalo scoppia e Ellory si scusa con la comunità di lettori e scrittori. Non è la prima volta che si scopre un simile misfatto. Due anni fa fu la volta di Orlando Figes, tra gli storici e accademici più apprezzati al mondo, ha realizzato libri fondamentali sul comunismo sovietico e sul Gulag. A macchiarsi del crimine più di recente è stato il giallista Stephen Leather, al quale l’idea di scusarsi non l’ha neanche sfiorato, tanto “lo fanno tutti gli scrittori che conosco. Parlo dei miei libri sulle chat line, talvolta usando il mio nome, altre con nomi inventati. È un nuovo medoto di markenting non se ne può fare a meno nell’era del web” afferma Leather. E ancora c’è il critico che per scrivere recensioni che fanno vendere riceve un’ottima paga, come quella dell’americano Todd Rutherford. Ben 28mila dollari al mese. Intanto c’è chi comincia a pensare, come la Crime writers association, ad un metodo per evitare il ripetersi di simili truffe.