Zero dark thirthy, il film sull’uccisione di Bin Laden in un polverone di polemiche

New York

Ancora non iniziano le riprese e il livello di polemiche è da premio Oscar. Il film nel mirino dei dissensi e non ancora uscito sugli schermi è Zero dark thirthy, il nuovo film di Kathyn Bigelow. Tratta l’attacco americano che portò alla cattura e all’uccisione di Osama Bin Laden il 2 maggio 2011 ad Abbottabad in Pakistan. A renderlo noto il trailer di un solo minuto. Subito sono arrivate accuse molto pesanti dal mondo mondo della politica e del giornalismo. Una scritta “ecco come è accaduta la storia che pensi di conoscere” compare nel trailer e lascia intendere che ci sono ancora dei misteri che avvolgono la notte in cui la squadra numero sei di Seal, reparto di forze speciali della marina accademica, penetrò nel covo del capo di Al Qaeda. Se così fosse vorrebbe dire che solo alla regista premio Oscar e al suo sceneggiatore Mark Boal siano state fornite delle informazioni top secret. Chi sarebbe stato a dargliele?  Perché mai? Ma Boal afferma che nel suo film non ci sarà nè politica nè Obama, come si teme che sia. I primi attacchi alla futura pellicola vengono dal senatore  repubblicano Peter T. King, seguito da un articolo sul New York Times firmato da Maureen Dowd, premio pulizer nel 1999 per l’affare Lewinsky, che afferma come i due cineasti abbiano avuto accesso agli scaffali di Cia e Pentagono. Inoltre il senatore King è sospettoso riguardo al fine del film: potrebbe essere quello di favorire il presidente uscente durante la campagna elettorale. Ma i registi, che negano di essere stati negli archivi della Cia, ribadiscono che la loro pellicola non è imperniata sulla politica, bensì sulle persone. La cosa non sorprenderebbe per la regista di The hurt locker, ma certo, in clima di elezioni politiche il dubbio è legittimo. Non resta che aspettare l’uscita della pellicola.