Premio Henraux, la serata

In un’ala dello stabilimento dell’azienda di marmi Henraux di Querceta (Lucca), tra carroponti e gru, blocchi di marmo e polveri bianche, il 21 luglio è andata in scena la festa del premio di scultura della fondazione. Sullo sfondo delle alpi Apuane e le nubi che odoravano di pioggia, l’evento organizzato da Paolo Carli, Presidente dell’azienda, non si è risparmiato in nulla: all’ingresso hostess filiformi si alternano a sculture in marmo accogliendo sul red carpet gli invitati e fornendo a ciascuno una spilla del save Italy!, il progetto di Philippe Daverio che a suon di convegni e manifestazioni accende i riflettori sul caso ben noto della cattiva gestione del patrimonio artistico italiano. Spumante a fiumi, decine di tavoli apparecchiati a puntino; en passant, al centro dello spazio, le tre opere premiate coperte da teli neri in attesa di essere svelate.

Al momento della premiazione Philippe Daverio, presidente della giuria che ha selezionato i vincitori, parla dell’incontro con Paolo Carli, dell’impresa impossibile di realizzare un premio di scultura in sette mesi, della comunione di intenti con il progetto di salvare non solo il patrimonio artistico ma anche le aziende virtuose italiane e, per fissare meglio il concetto, invita tre signori nel pubblico vestiti di bianco, verde e rosso a formare il tricolore (tra questi il celebre architetto fortemarmino Lera e consorte). Il premio è un bel blocco di marmo del valore di cinquantamila euro per gli artisti vincitori e la realizzazione delle opere in mostra; primo classificato Arrivederci e grazie di Fabio Viale che ricorda sorridendo come è nata l’idea dell’opera: «ad una serata londinese di qualche anno fa, alle porte di un locale, mi è stato chiesto quale sacchetto preferissi utilizzare come copricapo, quello con gli occhi o la bocca scoperti». Al secondo e terzo posto la leggiadria del chicco dei semi d’acero di Alex Bombardieri e il bue-trattore dell’artista milanese Mattia Bosco, un omaggio alla forza-lavoro animale che per secoli è stata il braccio meccanico che oggi trasporta il marmo.

A cena aprono il ricco menu i ballerini del Cirque du soleil, che si sono esibiti in una danza acrobatica, i corpi dipinti, scolpiti come il marmo. Come ogni festa di premiazione che si rispetti, si respira il giusto mix tra creatività e mondanità; non mancano i personaggi da pettegolezzo come Alba Parietti, tradita da una spallina del vestito che cade indiscreta, lasciando ben poco all’immaginazione. Può anche capitare di condividere il pasto con Oliviero Toscani, parlare di giovani, provocazione e (poca) arte, assistere ad una discussione accesa tra il famoso fotografo e un gallerista milanese, farsi andare il raviolo di traverso e vedere velocemente il tavolo svuotarsi. Tutto questo nella splendida cornice di un capannone in cui a breve si ricomincerà a lavorare sodo, come ci ricordano il marmo bianco tagliato in blocchi perfetti, i macchinari dalla tecnologia sofisticata e le sculture monumentali lavorate con precisione millimetrica. Si lascia la festa in allegra tempesta, mentre fuori il cielo si è schiarito.

Fondazione Henraux, via Deposito 269, Querceta (Lucca)

info: www.henraux.it

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