L’opera unica di Fernanda Veron

Paesaggi onirici, la ciclicità del tempo che scorre, il ricordo che riaffiora dall’inconscio, sono le tematiche principali del lavoro di Fernanda Veron. L’artista nasce come pittrice dopo aver studiato scenografia all’accademia di Belle arti di Roma, poi diventa fotografa e ha realizzato un unico video, Le sale di Los, che qui presentiamo. Della fotografia le interessa la tessitura, per questo utilizza tecniche particolari con filtri pittorici realizzati a mano, l’encausto a cera calda, il bitume e gli acidi, con cui interviene sulla pellicola. Nel video ha voluto creare immagini statiche animate da un movimento, ispirandosi ai film di Tarkovskij. A confermare ciò, la scelta del titolo, che deriva da una definizione poetica di William Blake in cui l’autore si riferisce a statue della mente che si fissano nel buio del nostro cervello. Statue a cui la Veron voleva dare una dinamicità e per ricreare l’intimità del buio ha ambientato la maggior parte del video in una stanza. Le sale di Los nasce dal dolore per una perdita e va oltre l’inoltrarsi nell’inconscio, nell’approfondimento del tema della morte, dell’idea di resurrezione che si dissolve in un ricordo perpetuo. Non a caso l’inizio si svolge all’esterno, in un campo di grano, dove si misura una luce molto forte e l’artista, protagonista di tutto il lavoro, con uno specchio, crea un riflesso accecante di raggi solari: un accesso alla beatitudine. Subito dopo la stanza in penombra, al muro è appeso il suo vestito della prima comunione: nasce il percorso a ritroso verso l’idea di ciclicità della vita che sempre ricomincia. Attraverso vari simboli si ritorna all’infanzia: il video finisce con una bambina che gioca al gioco della campana. Anche il vestito è un simbolo, è il ricordo di un episodio particolare della vita dell’artista avvenuto il giorno della cerimonia cattolica quando ha sentito una vocazione a prendere i voti, vocazione che poi non ha seguito nella decisione di vivere e confrontarsi in mezzo alle persone, di esprimersi liberamente. Con una nuova immagine si prosegue: Veron toglie le cancellature a un libro: bisogna sempre riscrivere, così attraverso l’esperienza si può coltivare ciò che è vero. Gli unici momenti reali sono rappresentati dalle inquadrature sul fuoco e su un coltello: rispettivamente la combustione della fine e il dolore che “si apre e si chiude”. Poi l’artista srotola dei foglietti con delle scritte: sono trenta, anche se nel video non appaiono tutti: una frase per ogni anno della sua vita. Aveva trent’anni quando ha realizzato Le sale di Los, e rappresentano un omaggio a chi l’ha generata. Lei posa i foglietti sugli occhi: sono lacrime. Subito dopo un libro sul suo grembo con la sua immagine nel campo di grano, libro che lei chiude. Ma si ricomincia, il nuovo inizio è rappresentato dalla bambina che gioca. Così finisce l’opera. «Non ho fatto altri video – dichiara la Veron – perché Le sale di Los mi ha assorbito totalmente e quindi prima di rifarne un altro volevo riprovare lo stesso dolore e la stessa gioia». Info: www.veronfernanda.com

http://vimeo.com/33870290

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