Se la carta è tutto

La carta è la protagonista della mostra Carta non riciclabile, collettiva che si apre a Milano negli spazi della galleria Constantini, dal 26 giugno al 15 settembre. Si presentano le opere di artisti italiani e internazionali, lavori estremamente variegati ma tutti legati al supporto cartaceo e dallo sviluppo del loro linguaggio attraverso questa materia, nella volontà di offrire al pubblico anche la stessa idea di genesi dei materiali come mezzo significante. Le opere di Vanni Cuoghi hanno il sapore delle illustrazioni dei libri da fiaba e dei fumetti: lo stile liberty del segno si accompagna a una interpretazione ironica e a volte crudele del soggetto, svelando come anche i fumetti abbiano un’anima. La passionalità latina di Francesca Galliani rivendica con forza un messaggio, il dovere morale di sentirsi partecipe di un’umanità vitale: ritraendo le persone emarginate da una società che giudica, le immagini provocatorie catturate dallo sguardo indiscreto dell’artista svelano il diario intimo di storie trasgressive.

Nel mondo di Kinki Texas, i disegni inventano personaggi costruiti come lego attraverso la stratificazione di diversi contenuti e temi, alcuni storici, altri d’attualità o pura fantasia. I disegni di Texas si basano sull’esaltazione degli errori e delle imperfezioni: la scelta espressiva di utilizzare forme spezzate e nervose ambisce a comunicare la fragilità della realtà che vediamo. L’artista catalano Joanpere Massana lavora sul concetto di stratificazione delle esperienze: il segno e il colore che fluttua sulla pregiata carta lavorata a mano, rivelano lo stream of consciousness dell’artista e le presenze ataviche nella psiche umana.

Se da una parte i ritratti di Ubay Murillo indagano le inquietudini, malesseri e alienazioni degli uomini nella vita nelle metropoli, i cui volti sono trasfigurati in maschere carnevalesche, dall’altra il temperamento satirico di Matias Sanchez ricrea con un segno carico di espressività e affascinato dal mondo figurativo dell’infanzia, una galleria di personaggi tratti dal mondo dei media, Tv trash e stampa scandalistica. Soggetti dell’opera di Ray Smith sono invece le donne, rappresentate come se fossero sezionate: reinterpretando il gioco inventato dai surrealisti in cui ognuno dipinge una parte dell’opera senza conoscere ciò che era stato fatto prima da un altro, le modelle-Frankenstein denunciano gli stereotipi del prototipo femminile.

 

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