Il Madre di Napoli, il museo d’arte contemporanea Donnaregina, guidato da sette anni da Eduardo Cicelyn, sembra vedere il capolinea. Le risorse per restare aperti arrivano al 1° maggio, afferma il direttore «Stiamo aspettando che la regione Campania deliberi fondi aggiuntivi perché si possa sostenere l’apertura». Se dalla Regione Campania, unico socio fondatore, non arriveranno i nuovi finanziamenti «il museo non potrà pagare gli stipendi ai dipendenti e le utenze e, quindi, chiuderà. E i dipendenti andranno in cassa integrazione». I finanziamenti destinati al Madre ammontano, per il 2012, sottolinea Cicelyn, ad «un milione di euro: i primi 500mila li abbiamo spesi nei primi quattro mesi dell’anno per la gestione. Il resto lo utilizziamo per le utenze e gli stipendi. Forse il contemporaneo non riceve – a giudizio del direttore del Madre – la giusta valorizzazione e considerazione». Il Madre avvia, così, l’opera di dismissione del suo patrimonio, chiuderà il secondo e il terzo piano, resterà aperto solo il primo piano con le opere site specific parte della collezione permanente del museo. Nessuna programmazione p prevista perché il mandato dell’attuale direttore è agli sgoccioli. Entro settembre dovrebbero essere nominati un comitato scientifico e un nuovo direttore, poiché la Regione Campania a luglio ha cambiato «completamente lo statuto della Fondazione e ha rinnovato gli organi e le modalità di nomina e assunzione. Il nuovo organismo, che si è insediato mi ha licenziato e il comitato scientifico vigente fino ad allora si è dimesso» conclude Cicelyn. «Ora siamo tutti in attesa che venga nominato con le nuove regole il nuovo comitato scientifico dal Cda e il nuovo direttore».