Voce della Sicilia nel continente, intellettuale sulla linea di Leonardo Sciascia, a cui fu a lungo legato, uno dei maggiori narratori italiani degli ultimi quarant’anni, più volte candidato al Premio Nobel, vincitore di numerosi premi in patria e all’estero, consulente editoriale della Einaudi con Italo Calvino e Natalia Ginzburg: Vincenzo Consolo, dopo una lunga malattia, è morto il 21 gennaio a Milano all’età di 78 anni. Nato a Sant’Agata Militello (Messina) il 18 febbraio 1933, Consolo dal 1968 viveva e lavorava a Milano, sua patria di adozione, dove si trasferì dopo aver vinto un concorso alla Rai. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi, ambientati soprattutto nella sua regione di origine, la Sicilia. Ha vinto il Premio Pirandello per il romanzo Lunaria nel 1985, il Premio Grinzane Cavour per Retablo (1988), il Premio Strega con Nottetempo, casa per casa (1992), il Premio Internazionale Unione Latina con L’olivo e l’olivastro (1994), il Premio Brancati con Lo spasimo di Palermo (1999), il Premio Flaiano (1999) e il Premio Feronia con Di qua dal faro (2000).