Il genio di Salvador Dalì è la mostra ospitata per la terza stagione artistica del Castello aragonese di Otranto, dedicata a uno degli artisti contemporanei più eclettici e versatili del ‘900, Salvador Dalí. Artista precoce, scrittore, pittore, scultore, illustratore, scenografo, disegnatore di gioielli e di mobili, Dalí si afferma come un punto di riferimento d’avanguardia per l’arte e la cultura a livello nazionale e internazionale. Del percorso espressivo dell’artista spagnolo, in mostra nelle suggestive sale della fortezza aragonese, è messa in evidenza soprattutto la sua produzione grafica, come dimostrano le cinquantaquattro incisioni originali e quella scultorea, con le sei opere in bronzo.
Alice Devecchi, la curatrice dell’esposizione intitolata Il genio di Savador Dalí, ne delinea un aspetto unico e autentico, quello visionario, assolutamente moderno, della plasticità delle sue sculture che in una sorta di metamorfosi si alterano come fossero il riflesso di specchi deformanti. L’Elefante cosmico, Perseo, “Hombre sobre delfin”, “Trajano a Caballo”, “Mujer desnuda” e “Mujer con faldas” sembrano la materializzazione dei personaggi che Dalí dirige nella sua opera grafica, attori teatrali che si muovono in scena nonostante le loro articolazioni molli, senz’ossa, raccontando ognuna la sua storia più o meno eroica. Lo stile surrealista ricorre anche nelle tredici acqueforti realizzate per illustrare il romanzo di Walpole in cui un gigantesco elmo invade il Castello di Otranto.
«Ho voluto esporre un percorso artistico vario e inedito – spiega Devecchi – le quattro serie grafiche di Dalí molto diverse tra loro per epoca, stile e registro porteranno i visitatori a percorrere una pluralità di creazioni autentiche e originali accumunate tutte da un unico filo conduttore: la sua genialità. L’eccentrico pittore dall’estro creativo unico, pur conservando la sua personale interpretazione artistica e quindi il suo mondo figurativo, si adatta di volta in volta ai testi letterari, cercando di proporre delle creazioni autentiche e originali come la raffinata incisione in bianco e nero del Castello di Otranto, le dieci puntesecche dai pallidi colori delle Fiabe Giapponesi, le incisioni in nero e oro di Les amours jaunes e ancora le fughe vertiginose di linee nelle ventuno incisioni di Tristano e Isotta. Un’espressione artistica in cui Dalì si è cimentato molto, ma di cui, purtroppo, non si è visto tanto».
Fino al 25 settembre
Castello Aragonese
Otranto, piazza Castello
Info: www.daliotranto.it
LA SEDE
Il Castello Aragonese di Otranto, in Puglia, è un’imponente fortezza militare che si affaccia sul mare adriatico. Realizzato a difesa della città dagli invasori provenienti dall’oriente è stato ricostruito nel 1491, dopo l’attacco dei turchi, da Ferdinando I d’Aragona. Oggi il Castello, adeguatamente valorizzato da un’attenta amministrazione comunale in sinergia con la società Sistema museo di Perugia e l’agenzia di comunicazione Orione di Maglie, vanta il successo di due precedenti mostre, quelle di Joan Miró e Pablo Picasso che hanno registrato 90mila presenze complessive. Dal 28 maggio accoglie nelle sue sale l’esposizione sovracitata.