Capitale digitale: l'occhio sul futuro

Nano ora sa fare i video. La notizia arriva a cavallo della nuova campagna Apple di mail marketing, il 10 settembre scorso. E mentre Pimpo, il mio iPod nano con un solo anno di vita, si organizza per la pensione, perché lui i video non li fa, all’Opificio Telecom Italia, ex spazio industriale riqualificato e integrato nella vita culturale della contemporaneità romana, si è aperta, lo stesso giorno, una riflessione su visioni e previsioni, su futuro e futuriani, su tecnologia, arte e società. A confronto le opinioni di Riccardo Luna, timoniere di Wired Italia, Bruno Pellegrini, fondatore di Theblogtv, Carlo Antonelli, direttore di Rolling Stone, Paolo Ciuccarelli, professore del Politecnico di Milano, Salvo Mizzi, responsabile media & digital communication di Telecom Italia, Fabrizio Grifasi (nella foto), direttore della fondazione Romaeuropa. Ultimo e non ultimo Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia.

Su impulso della triade Telecom, Fondazione Romaeuropa e Wired, la Roma papalina si fa “Capitale digitale” e s’interroga, nel primo di otto incontri, sul futuro del pianeta consultando la wikisfera di cristallo del californiano Institute for the future di Palo Alto (Iftf): una mappa (Map of the decade 2009, nel numero di settembre di Wired) che delinea possibili scenari di un wikifuturo "user genereted". La parola chiave è, infatti, "social networking". E internet la fa da leone. Non solo nella visione dell’Iftf che attraverso una piattaforma 2.0 ha coinvolto, quest’anno, oltre agli storici futurologi, 7.000 visionari da oltre 90 paesi, ma il valore vitale della Rete è stato anche il comune denominatore dei vari interventi. «Il ruolo dell’impresa oggi è aggregare e stimolare la produzione collettiva – interviene Bruno Pellegrini – come rendersi efficacemente piattaforma?». «Il nostro lavoro è cercare nuovi artisti e idee nel mondo per farli arrivare alla gente – afferma Fabrizio Grifasi – ma è necessario cambiare il modello con il quale si lavora. Quali sono i luoghi della nuova creatività? E come si svilupperà nei prossimi dieci anni? La Rete ci ha insegnato un lavoro di ascolto e di feedback. Lo stesso sistema dello spettacolo deve cambiare, deve rimettersi in movimento altrimenti è condannato a morire e non solo per ragioni economiche. Bisogna capire come si esprime la creatività oggi e per farlo ci vogliono nuovi strumenti. Noi ad esempio abbiamo creato Romaeuropa webfactory, coinvolgendo una community di oltre cinquemila persone tra esperti, artisti affermati, giovani talenti e semplici appassionati. Al Romaeuropafestival ’09 i risultati della prima edizione. La sua seconda sarà presentata il 16 settembre».

«Un trend forte che si riconosce negli ultimi anni, ma che ha una sua robustezza storica, è l’emergere di una periferia forte contestualmente al disgregarsi di un centro sempre più debole. La tecnologia e la Rete hanno permesso a situazioni periferiche di crescere producendo cambiamento: pensiamo a quello che è successo in Iran o alla vittoria di Obama», sottolinea Bernabé. E se l’ottimismo di un’evoluzione positiva giocata dall’intelligenza collettiva, anima l’atmosfera, le trasparenze e il minimalismo della sala dell’Opificio, una voce dissidente, quella di Carlo Antonelli, catastrofista di professione dice lui, produce un imprevisto spostamento: «Sì, ma non confondiamo questo futuro tecnologico con delle semplici e buone idee commerciali. Cosa sta accadendo veramente nei mondi digitali? Spesso i terreni collaborativi, come Facebook, sono anche un assalto all’intimità. Piuttosto che seguire l’accelerazione tecnologica, nella quale spesso ci ritroviamo senza neanche capirla veramente, si dovrebbe lavorare di più sull’inconscio e sulla natura umana». Applauso. «Io credo nella forza democratica di internet. Nella collaborazione umana. E quindi vi chiedo – incalza Riccardo Luna – questo approccio alla vita, quello cioè di capire insieme la tecnologia: migliora il mondo o il mondo va avanti da solo?». Con l’ultimo giro di tavolo, nel ridefinire una wikimappa estemporanea, spuntano in successione una serie di nuove parole chiave: consapevolezza, responsabilità, etica. Forse Pimpo ne sarà felice. E giù, di nuovo, applauso.
www.romaeuropa.net

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