The Art of Banksy. A visual protest

Milano

Dal 21 novembre al 14 aprile al Mudec di Milano The Art of Banksy. A visual protest. Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti della street art contemporanea e la sua arte, la sua ”protesta visuale”, è una provocazione nei confronti dell’establishment e del potere, del conformismo, della guerra e del consumismo, caratterizzata da immagini metaforiche semplici e accessibili, che oltrepassano barriere linguistiche. E la retrospettiva, non autorizzata, in quanto l’artista inglese difende il proprio anonimato e la propria autonomia dal sistema, la ripercorre attraverso 80 lavori, tra dipinti, sculture, prints, accompagnati da oggetti, fotografie e video. In mostra non sono presenti opere sottratte illegittimamente da spazi pubblici, ma soltanto quelle appartenenti a collezionisti privati di provenienza certificata, in linea con i principi di fruizione delle opere dello street artist. Suddivisa per generi e temi, indaga il concetto di serialità e di riproducibilità dei suoi lavori in riferimento a Warhol o al détournement, che consiste nell’intervento su copie di opere esistenti e, tramite l’inserimento di alcuni elementi stranianti, modificarne il significato. L’esposizione illustra poi gli elementi fondanti della sua ricerca artistica, cioè quelle espressioni che hanno utilizzato una forma di protesta visiva attraverso la fusione di parole e immagini e con un’attitudine all’azione, a cui Banksy fa riferimento esplicitamente: dal movimento situazionista degli anni ’50 e ’60  alle forme di comunicazione ideate e praticate dall’Atelier Populaire nel ’68, fino ad arrivare ai lavori dei writers e dei graffitisti di New York degli anni ’70 e ’80. Attraverso i suoi lavori The Art of Banksy riflette sulle strategie, il senso e gli obiettivi dei suoi messaggi, dal contenuto politico e sociale, e la sua cifra stilistica, caratterizzata dall’utilizzo della tecnica dello stencil, che consente una maggior rapidità e una maggiore elaborazione nell’esecuzione di interventi illegali. Inoltre una sezione video documenta i murales che ha realizzato in diversi luoghi del mondo, ancora esistenti o scomparsi. Curata da Gianni Mercurio, si inserisce come terza mostra nel più ampio progetto scientifico concepito dal MUDEC Geografie del futuro, un racconto sul ”sapere geografico” e sulle ”geografie” che definiranno i confini della nostra conoscenza del mondo nel futuro.

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