CVTa’ street fest

Il borgo si è ripopolato per il terzo anno di seguito. Civitacampomarano, nel cuore del molisano, ha anche quest’anno, dal 7 al 10 giugno, registrato un’affluenza di oltre 7000 visitatori nelle quattro giornate che hanno visto il CVTa’ street fest ridisegnare per la terza volta con l’arte di strada il centro storico del Paese. È il 2014 quando Alice Pasquini, acclamata street-artist con oltre 2000 opere all’attivo in tutto il mondo, riceve una lettera dalla proloco di questo Paesino con sole 400 anime che stava vedendo diminuire, se non sparire del tutto, la popolazione autoctona e in cui si chiedeva aiuto all’arte per rivitalizzare il territorio. Da allora, attraverso l’opera corale di giovani creativi provenienti da tutto il mondo e chiamati gratuitamente a fornire il proprio contributo artistico, sono stati aperti nuovi esercizi commerciali, si sono insediati alcuni nuovi nuclei familiari e decine e decine di visitatori si apprestano ogni anno a cogliere in diretta la fantasia grafica degli artisti e della stessa Alice, insieme alla complicità degli stessi abitanti. Dopo Biancoshock, David de la Mano, Pablo S. Herrero, Hitnes, ICKS e UNO (prima edizione) e Gola Hundun, Francisco Bosoletti, Alex Senna, Maria Pia Picozza e Nespoon (seconda edizione), è stata la volta di quattro street artist provenienti rispettivamente da Milano, Lodi, Napoli e Roma.

Se 2501 ha utilizzato strisce e linee per definire sulla fiancata di un intero palazzo la relazione simbiotica tra spazio positivo e negativo a partire da un nido ubicato nel sotto tetto, Alberonero, affascinato dalla parte alta del borgo “en plein air” ha lavorato sulla visuale di una prospettiva ribaltata mediante un’installazione a base di reticolati metallici, specchi e colori cromatici in differenti nuances. A narrare simbolicamente la storia del Paese è l’artista di origini napoletane MP5, che riflette in una citazione simbolica dei disastri geologici a cui Civita è stata sottoposta nel corso del tempo (in ultimo, la frana di un anno fa), la forza dei cittadini, sempre pronti a ricostruirsi e ad andare oltre, affrontando il presente in modo resiliente. Il romano Brus si è invece cimentato in una doppia prova calligrafica in bianco e nero su murales e di colori con happening a sorpresa su un mezzo di trasporto collettivo. Le performance estemporanee di Napal e Uno, in omaggio alla convivialità dei civitesi e al giurista Vincenzo Cuoco, originario di Civitacampomarano, hanno cementato infine il senso di aggregazione e comunicazione tra arte e luoghi per una rinascita che parte dalle persone, prima ancora delle Istituzioni. Da quando è nato il festival, Civita è diventato sinonimo di turismo internazionale: intorno a una popolazione che conta meno di 400 anime sono rinate alcune attività commerciali quali l’apertura di un forno, una gelateria ed una macelleria, e dall’estero è confluita una serie di richieste per acquistare e ristrutturare immobili (in primis gli Inglesi). Un risultato significativo se si considera come la manodopera volontaria e l’entusiasmo siano, in assoluto, i principali motori dell’iniziativa.
«CVTà Street Fest – ha dichiarato il sindaco Paolo Manuele – è un evento che sta crescendo ogni anno di più e in questa edizione la partecipazione è stata decisamente superiore alle precedenti, senza contare la particolare attenzione riservata all’iniziativa, oramai da tre anni, dai media nazionali ed internazionali. Una chiave di successo che non è solo nelle meravigliose opere realizzate ma soprattutto nello spirito con cui ciascuno partecipa, l’amare la propria Comunità, pensare ad una prospettiva di futuro».

Presente anche Chef Rubio, impegnato con Alessia di Risio nella mostra itinerante di fotografie Baciamo le mano, tributo a tutti gli artisti nazionali e internazionali, artigiani e abitanti di Civitacamporano, colti nelle loro attività creative e artistiche. “Una mostra che si è concentrerà sulle Mani – afferma la star della cucina in tv – come suprema capacità di generare infinite realtà, rappresentazione tangibile dell’efficienza e necessaria operosità per la sopravvivenza. Un sentito omaggio ad un Paese che stava comparendo e che siamo contenti di potenziare con l’arte, augurandoci che questa operazione possa aiutare in qualche modo a conservare e meglio valorizzare le tradizioni presenti in tutto questo territorio. Protagonista in assoluto la direttrice artistica Alice Pasquini (che quando scriviamo è già volata nelle Azzorre per dipingere nuovi angoli di espressività umana a contatto con la Natura e l’architettura urbana) che, tra una frenetica corsa e l’altra per la non facile organizzazione della manifestazione, ci ha dichiarato: «Essere chiamata per caso a ridipingere scene di vita dove la vita non c’era più è stato un input decisivo per poter far confluire il nostro lavoro artistico in una manifestazione collettiva che è riuscita a coinvolgere non solo la stessa comunità, ma numerose persone giunte appositamente da ogni parte d’Italia e non solo….». Insieme ai tour dei murales, guidati dai ragazzi delle scuole superiori del Paese, sono stati organizzati anche incontri sull’arte del cucito e cucina territoriale con le signore del luogo, eventi di Street Food con le pietanze tipiche preparate ed offerti dagli stessi civitesi e una mostra dello scultore autoctono Bruno Manuele, all’interno del celebre Castello che ispirò Manzoni per la figura dell’Innominato. Maggiori info su www.cvtastreetfest.com

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