Relais

Incontrarsi a Tokyo e iniziare a lavorare insieme. È l’incipit di una storia che ha portato quattro artisti, una napoletana, Angela Di Finizio, una romana, Eleonora Pecorella, un australiano Jim Griffiths e un turco, Ferhat Celik, a condividere una serie di esperienze itineranti. Accomunati da una passione, quella per la fotografia, e da una buona dose di curiosità, i quattro hanno prodotto un corpus di opere nelle quali si possono individuare chiaramente comuni interessi e ambizioni, seppur filtrati attraverso sguardi diversi. Ora questa produzione viene presentata in una mostra fotografica negli spazi di Fondamenta gallery dal 25 ottobre al 3 novembre raggruppata sotto il titolo RelaisQuaranta fotografie che mostrano i volti delle persone conosciute durante i loro viaggi, i paesaggi attraversati, dal Giappone si arriva fino agli Stati Uniti passando per il Vietnam e tutto il vecchio continente. Viaggi reali e immaginari, fermati in uno scatto che racchiude anche emozioni e punti di vista

È la storia della fotografia, quella di immortalare la realtà per rendere eterno un attimo, imprimere attraverso la luce quella frazione temporale non solo nella nostra mente ma anche su una stampa, in modo da custodirlo, da poterlo rivivere. Lo scopo di questo gesto viene comunemente associato al desiderio di contemplazione proprio dell’uomo, oppure all’attività lavorativa del reportage, finalizzato a documentare fatti accaduti. ”La fotografia – scrive Enzo Bilardello nel testo critico che introduce il catalogo bilingue italiano, inglese della mostra – è un relais che, al pari di una marea, si alza fin quasi a librarsi nell’empireo o si immerge senza remore ad esplorare le sentine della vita. Tuttavia, nel dichiararci così manichei abbiamo dimenticato le sfumature intermedie tra la résis, la testimonianza, e la fuga nell’infinito, e codeste sfumature, con tutta evidenza, sono innumerevoli, e coprono ogni intervallo tra il terra-terra e il celestiale. Sta ad ognuno di noi sceverare e cercarsi tra le miriadi di proposte quelle più consentanee con il nostro temperamento e le nostre aspirazioni”.

Nella nostra società in cui governano le immagini, non siamo più abituati a fermarci per riflettere, per trattenere qualcuna delle informazioni che ci vengono proposte. Ferhat Celik, Angela Di Finizio, Jim Griffiths ed Eleonora Pecorella hanno deciso proprio di fare questo, soffermarsi sui dettagli che passano inosservati, cogliere i particolari che scivolano tra le crepe di una dimensione frenetica e accelerata. Jim Griffiths, classe 1962, avvocato e creativo, indaga nei suoi scatti la dimensione esistenziale degli individui, scegliendo soggetti e contesti ordinari che stupiscono per la loro singolarità. Tracce di poesia si infilano in spaccati di vita quotidiana. Angela Di Finizio, nata nel 1965, ha posato il suo sguardo su volti femminili colti per strada, facce che appartengono al mondo, difficile stabilirne l’appartenenza ma facile decifrare un’integrazione nella confusa Tokyo. Il turco Ferhat Celik, del 1972, è come gli altri cultore del Giappone ma, per l’occasione, si è spinto ancora più in là in Mongolia, verso un oriente più marginale, tra i residui di una società contadina e l’affermarsi di un’industria primitiva. Ma non c’è disperazione che trapeli dalle sue foto, piuttosto un mondo pieno di speranza nel futuro. Infine la più giovane Eleonora Pecorella, 1973, ci apre una finestra sull’oriente, tra le vestigia di un passato che emerge qua e là in una società ultra tecnologizzata. La fotografa osserva quei particolari di luoghi e città che simulano un occidente conosciuto per sentito dire che viene ingenuamente imitato nelle insegne dei bar, nelle vetrine dei negozi. 

 

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