Swimming is saving

Roma

A ridosso dei festeggiamenti per il 14 luglio, Villa Medici ha preparato una serata speciale presentando, con la mostra Swimming is saving, i lavori degli artisti che hanno soggiornato all’Accademia durante quest’anno. Un percorso intenso, curato da Chiara Parisi che ha abbracciato ogni angolo della villa, interni ed esterni, con interventi site-specific di ogni genere dalla scultura e pittura fino alla musica e alla performance. Suggestioni musicali, visive e materiali generate da un luogo che incanta tutti con la sua bellezza.

Apertura d’effetto nella Cisterna con le animazioni di Simon Rouby che propone un viaggio attraverso gli straordinari paesaggi del Nepal, la prima fase della sua prossima produzione cinematografica. L’esposizione prosegue con i lavori Olivier Kosta-Thefaine, che per l’occasione ha proposto una personalissima lettura incrociata di Roma e Ostia antica. Le antiche vestigia romane si fondono con i colori e i calchi delle conchiglie del mare, una fusione di reperti e attimi della storia con quelli del turismo di massa, i resti del passato con le sue stesse riproduzioni. Di seguito l’opera di Methieu Kleyebe Abonnenc che, da sempre interessato al tema della colonizzazione, con la sua installazione, realizzata a partire dagli studi e dalle collezioni etnografiche ed entomologiche del nonno, indaga questioni legate all’eredità e l’attualità. E poi ancora lo scenario onirico di Eva Jospin che per l’occasione ha realizzato un disegno murale a inchiostro di un paesaggio immaginario, una grotta incantata che sembra invitare ad entrare all’esplorazione del proprio inconscio. In una piccola stanza il Leporello di 7 metri di Stefanie Ovide, una libretto dalla piegatura a fisarmonica tinto da pigmenti ricavati dai fiori della Villa e le partiture della composizione solo per violino di Benjamin Attahir che verrà interpretata da Renaud Capu.. il 15 luglio. Salendo, a collegare le sale e la Loggia, In search of Eternity III del duo franco-tedesco Simon Brodbeck e Lucie de Barbuat.

Arrivati alla Loggia, nel Grand Salon, la performance di Alvise Sinivia che riesce a far interagire la combinazione di sculture che nascono da speciali pianoforti con il suo corpo e la simpatica installazione di Kenny Dunkan che ha fatto del folclore e delle tradizioni popolari il fulcro della sua ricercaInserita nell’arco centrale della Loggia, separando le sale coperte dai giardini, Spray a Boy una scultura monumentale nata dall’unione del Carnevale romano con quello delle Antille. A chiudere la mostra lo splendido lavoro di Francesca Verunelli. Attraverso l’elettronica e la meccanica, la compositrice indaga territori inesplorati nella dimensione temporale – una velocità estrema o un’estrema complessità ritmica – che vanno al di là delle capacità di un interprete umano. Questa ricerca la porta a utilizzare un piano player, un pianoforte acustico che può essere suonato da un interprete umano come da un interprete-macchina. In una sala completamente insonorizzata un pianoforte, un computer e una paio di casse. Mentre tutti erano in attesa del pianista ecco che il piano ha cominciato a muoversi da automaticamente sotto gli occhi sbalorditi del pubblico. Dopo un primo momento in cui tutti erano incantati dal suono e dalla velocità dei tasti, in molti erano piegati a guardare sotto il piano alla ricerca del meccanismo che ricreava quel ritmo, una velocità quasi impossibile per un’interprete umano. Quando sembra tutto finito e parte del pubblico era già uscita il pianoforte ha ricominciato a suonare. Uno scherzo divertente che si ripete più volte durante la composizione, trattenendo lo spettatore nella sala solo per la curiosità di cos’altro ancora può succedere. Gli eventi però non finiscono qui, per tutta la settimana la Villa sarà aperta per serate di lettura e performance inserite nella mostra.