One day I broke a mirror

È stata presentata stamattina all’Accademia di Francia a Roma One day I broke a mirror, il secondo appuntamento del ciclo espositivo UNE. Dopo Annette Messager, Villa Medici mette a confronto altre due artiste donne Yoko Ono (1933) e Claire Tabouret (1981). Due generazioni diverse, ma uno sguardo sul mondo declinato al femminile. A fare gli onori di casa la Direttrice Muriel Mayette-Holtz che ha introdotto il pubblico nelle sale dedicate alla mostra, estesa fino ai magnifici giardini di Villa Medici. A introdurre il lavoro di Claire Tabouret la curatrice Chiara Parisi che, dalla Monnaie de Paris è da poco arrivata all’Accademia francese, mettendo in pratica le sue abilità curatoriali e la sua lunga esperienza nel mondo dell’arte contemporanea. One day I broke a mirror, con un titolo ideato dalla stessa Yoko Ono, è un botta e risposta che da un lato vede protagoniste le pennellate decise della pittura di Tabouret, dall’altro, di ritorno, mostra l’aspetto performativo dei lavori storici e intramontabili di Yoko Ono.

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«Per me – spiega Tabouret – è stata una sfida confrontarmi con un’icona della storia dell’arte contemporanea. Condividiamo lo stesso desiderio di libertà e un interesse per il tema dell’acqua, filo conduttore delle mie opere ma soprattutto l’interesse per la donna, nelle sue innumerevoli sfaccettature». Violenza e delicatezza sono due elementi che attraversano l’esposizione di Villa Medici: «Le artiste donne – continua Tabouret – sono ancora in una condizione spesso subordinata, ma per me sono guerriere, eroine». Proprio una vena attivista caratterizza molte opere della giovane artista francese che lascia emergere con forza il tema della diversità, espressa attraverso differenti culture, molteplici posture, volti decisi che osservano lo spettatore con una posa quasi fotografica. «Questa è una collaborazione – spiega Parisi – che unisce la profonda stima di Tabouret nei confronti di Yoko Ono, all’interesse di quest’ultima per i lavori dell’artista francese». Nonostante i diversi linguaggi utilizzati, questa rassegna mette in luce come possa nascere un confronto dinamico affatto stridente e che offre stimoli di riflessione nel panorama contemporaneo italiano e internazionale.

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