l’Arte a Spring Attitude #2

Per chi non lo conoscesse, John Duncan è un artista e musicista nato a Wichita, in Kansas, nel 1953. Dopo una prima formazione in disegno e pittura, conosce l’album di Jacques Lasry, Chronophagie, e da lì inizia ad avvicinarsi alla musica sperimentale. Studia a Los Angeles alla CalArts e subisce l’influenza dei maestri dell’arte. Kaprow prima, negli anni ’70 Grotowski. Viaggia molto: Tokyo, Amsterdam e poi Boogna, città dove vive attualmente. Eterno sperimentatore, Duncan è associato dai più probabilmente per le sue performance estreme, spesso ai limiti della violenza, con le quali cerca di mettere alla prova i confini fisici e psicologici dell’uomo. In ambito musicale, Duncan è considerato uno dei pionieri del noise giapponese. Ma nelle sue sonorità c’è molto di più, dal noise alla scultura sonora elettro-acustica, dalle registrazioni ambientali alle installazioni concettuali e audio-visive, ogni ricerca di Duncan è provocatoria ed estremamente efficace, caratteristiche che gli hanno fatto valere l’epiteto di radicale. Con la sua performance in quadrifonia, riesce a coinvolgere il pubblico sensorialmente a 360 gradi, scolpendo suoni e rumori fino a creare l’illusione di una costruzione spaziale metafisica. Il 19 maggio si esibirà al MAXXI nell’ambito della rassegna Spring Attitude, all’interno della sezione curata da Caterina Tomeo, Arts & New Media, con una performance inedita. Il progetto, quest’anno, vede come Main Cultural partner l’accademia romana RUFA, grazie al cui contributo sono stati organizzati una serie di workshop con i principali artisti della rassegna, tra cui appunto Duncan, che condurrà il 18 maggio il workshop dal titolo Red Sky. Gli abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più ma, come per Frank Zappa «scrivere di musica è come ballare di architettura», anche per John Duncan «La musica non è fatta per essere descritta».

Musica e performance sono due elementi imprescindibili della tua pratica artistica. Con gli anni come si è evoluto nei tuoi lavori questo rapporto?
«Mi piace credere che questa risposta sia chiara nei miei lavori».

A Spring Attitude presenti al MAXXI una performance audio visiva e un concerto inedito. Ci puoi anticipare qualcosa?
«Non vi piace essere sorpresi?»

Che effetto fa suonare nel simbolo dell’arte contemporanea a Roma ?
«Per me sarà la prima volta, quindi lo vedremo insieme».

A diciannove anni sei andato a Los Angeles per frequentare CalArts, dove hai studiato con Allan Kaprow. Che influenza ha avuto sulla tua formazione?
«Il valore dell’umiltà, di vedere e di ascoltare attentamente gli altri, di essere consapevole dei giudizi negativi, specialmente i miei». 

Per quali ragioni credi che il tuo lavoro possa essere di ispirazione alle generazioni degli anni zero?
«Per quali ragioni credete che questo me ne possa fregare?»