Quasar, oltre i diplomi

L’anno accademico giunge a fine anno anche per Quasar Design University, l’istituto romano di formazione e ricerca artistica negli ambiti del design, della comunicazione visiva e multimediale. A ospitare la cerimonia della consegna dei diplomi e la mostra con i lavori realizzati dai ragazzi nel corso delle diverse lezioni, lo storico edificio della Casa dell’Architettura. «Siamo molto soddisfatti di come hanno lavorato gli studenti – afferma Luna Todaro, Direttrice artistica di Quasar – I progetti finali non sono solo il risultato di un momento di ricerca, coordinato dai docenti, ma anche di un periodo più divertente di interazione, in cui i ragazzi di diversi corsi collaborano e si confrontano sulla base dei diversi metodi di lavoro che hanno appreso nel corso del proprio percorso accademico». Lungo le pareti circolari dell’Acquario romano installazioni interattive, lavori creativi di packaging grafico e installazioni di riciclo, raccolti sotto al titolo dell’esposizione 7.7.7. Exhibition Experience, ma non solo.

Ogni anno, durante i workshop, lo staff accademico comunica agli studenti un tema principale, su cui dovranno focalizzare la loro analisi e approfondire la ricerca. Questa volta, al centro del dibattito, il tema è Stanze, indagato nella sua doppia dimensione psico-fisica. Un argomento apparentemente semplice, che in realtà sottende livelli di analisi complessi e concettualmente elaborati, che necessitano di un processo di raccolta di informazioni e ricerca. Punto di riferimento per il tema, l’architetto Louis Kahn che nei suoi studi riconduce la stanza al grado zero della composizione spaziale: “La stanza è l’inizio dell’architettura. Il progetto è una società di stanze, è un luogo bello per vivere, lavorare, imparare”, scrive. Perciò la stanza non è solo un luogo fisico ma anche uno spazio mentale. A chiarire il collegamento, una tavola rotonda, presieduta da Benedetto Todaro, Direttore scientifico di Quasar, che, grazie alla partecipazione di docenti e architetti, ha introdotto al pubblico presente le linee guida per la comprensione dei progetti degli studenti. Tra i personaggi presenti, Cecilia Anselmi, coordinatrice del corso di Habitat design, l’architetto Giovanni Ascarelli, Orazio Carpenzano e Stefano Catucci dell’Università La Sapienza, Alfonso Giancotti, presidente della Casa dell’Architettura. «Siamo contenti di ospitare questo evento, nonostante il caos di fondo degli studenti che fa pensare a una performance al tempo della beat generation – ha iniziato così Giancotti, sottolineando l’autenticità delle opere realizzate – Abbiamo bisogno di visione e immaginazione. Emerge una qualità in questi lavori, sono esperimenti che non si nascondono dietro alla pretesa di intellettualismi ma si limitano a essere abitabili. Tutti i progetti sono estremamente laici, non ci sono principi sottesi. Ed è proprio rinunciando alla condivisione di principi di base che si mostrano nel nome di una pura laicità». Dopo la consegna dei diplomi agli studenti dei vari corsi, durante la serata è seguita la performance di danza contemporanea a cura della compagnia TarantArte.