La biennale di Ortisei

La quarta edizione della Biennale Gherdëina di Ortisei presenta alcune importanti novità, a partire dal titolo Legno/Wood/Lën. L’evento, ospitato nell’area pedonale cittadina, mantiene lo stretto legame con il territorio ma si apre a una prospettiva internazionale. In esposizione e in relazione con il visitatore le sculture rigorosamente in legno di cinque artisti selezionati dal curatore Luca Beatrice, per lavorare integralmente con il materiale espressione della tradizione culturale e creativa della Val Gardena. Chris Gilmour, scultore inglese, nato a Stockport, vicino Manchester, nel 1973, vive e lavora a Udine. Dopo aver studiato scultura ha sviluppato un codice stilistico del tutto personale. Le sue opere sono oggetti di uso quotidiano come moto, navi, automobili, macchine da scrivere, strumenti musicali e realizzate interamente con cartone da pacchi. Riprodotte in scala 1:1, le sculture rivelano un’attenzione scrupolosa al dettaglio. Vincitore del premio Cairo nel 2006 e nel 2012 della 63esima edizione del premio Michetti. Ora, per la prima volta, entra in relazione con un altro materiale e ha immaginato e progettato una sorta di ritrovamento di casse contenenti materiali archeologici sopravvissuti chissà a quale trafugamento o disastro naturale.

Sonia Leimer del 1977 a Merano, vive e lavora a Vienna. Diplomata all’accademia di Belle arti della capitale austriaca, ha avuto diverse esperienze formative all’estero, in particolare a Berlino dove ha soggiornato negli ultimi anni. Nelle sue opere i protagonisti sono il video, le scritte, i lavori grafici e interventi modulari, in relazione con lo spazio, sia reale che virtuale. Nel 2013 ha esposto a Berlino alla Bc gallery, al Los Angeles museum of art e a Salisburgo per Big art. In Biennale con una rivisitazione concettuale di un tema della tradizione gardenese, quella dei banchi di lavoro. Bruno Walpoth, nato nel 1959 ad Ortisei, dove vive e lavora, si forma all’accademia di Belle arti di Monaco di Baviera. Fino al 2008 ha insegnato scultura alla scuola professionale di Selva di Val Gardena, lavora con la figura nella tradizione della scultura lignea, i copri sono statici e fortemente realistici e per questa edizione ha installato un grande busto in legno tagliato a metà e svuotato al suo interno. Velasco Vitali, nato a Bellano nel 1960, vive e lavora a Milano. Pittore e scultore, figlio d’arte, vicino alla Nuova officina milanese in cui debutta a fine degli anni ’80, sperimenta molti materiali e tecniche. Tra i soggetti scelti le vele predominano nei lavori pittorici, mentre branchi di cani sono i protagonisti delle sue più note sculture. Nel 2010 presenta a Milano il progetto Sbarco, quattro grandi sculture installate in altrettanti luoghi simbolo della città. Nel 2011 è alla Biennale di Venezia e nel 2013 inaugura la mostra Foresta rossa alla Triennale di Milano. Oggi la sua opere è una gigantesca mongolfiera in legno e ferro.

Infine, Willy Virginer, di Bressanone del 1957, vive e lavora ad Ortisei. Maestro del legno, dopo un iniziale periodo dedicato a lavori astratti, dal 2005 cambia registro stilistico reinterpretando il tema del figurativo. Le sue sculture per lo più donne e giovani uomini sono scolpite nel legno con estremo verismo ma rese irreali dalla stesura di ampie zone dipinte. Abbandonato ritratti e paesaggi ha creato una casa in legno, forse più una baracca o un rifugio, che si regge su radici d’albero. Nei mesi precedenti l’evento gli artisti hanno lavorando con artigiani e aziende locali per la realizzazione delle opere. La collaborazione con le realtà della zona sottolinea l’interesse che è alla base di una crescita della e per la collettività generando un vivificante cortocircuito anche sotto il profilo economico.

«Per la prima volta, da quando la Biennale esiste – spiega Luca Beatrice – è stato chiesto agli artisti di elaborare un progetto di scultura pubblica in grado di interagire con il centro storico di Ortisei, dialogando con cittadini e turisti senza imporsi come un segno calato dall’alto. Non c’è stato vincolo di soggetto né di tema, ma il materiale utilizzato doveva essere il legno, anche se non tutti gli artisti sono degli autentici specialisti. Il legno – continua il curatore – si porta dietro un valore aggiunto per il suo incredibile rapporto col passato, racconta delle storie, non respinge lo sguardo, incita al tatto e al calore. Sono sempre più numerosi gli artisti internazionali che lo utilizzano per le loro sculture o all’interno delle proprie installazioni. Si potrebbe addirittura parlare di moda del legno se il termine non contenesse una qualche ambiguità».

Fino al 1 ottobre; piccola piazza Sant’Antonio Ortisei; info: www.biennalegherdeina

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