Eduardo Kobra a Roma

Il concetto di pace è una tematica che trae le sue radici dalle speculazioni filosofiche dell’antica Grecia. La sua personificazione appare già in epoca arcaica attraverso gli scritti di Esiodo in cui Eirene è associata a Eunomia, il buon governo. Eduardo Kobra, artista originario di San Paolo del Brasile, narra attraverso le sue tele multi cromatiche i testimoni del ‘900 che hanno dato al concetto di pace una nuova definizione. Kobra è un artista cresciuto in seno ai graffiti, sin da piccolo, all’età di 12 anni, realizza le sue prime tag con una crew paulista conosciuta sotto il nome di Hip Hop. Il percorso artistico di Kobra prosegue attraverso la grande passione per il disegno che sviluppa su carta e tra le strade della sua città.

Paz è il progetto espositivo che lo street artist carioca presenta negli spazi della galleria Candido Portinari dell’Ambasciata brasiliana di Roma, la mostra, già ospitata dalla Dorothy Circus gallery, è l’emblema del lavoro di Kobra che sviluppa le sue iconografie attraverso delle texture geometriche sorprendenti e dalle cromie brillanti. Madre Teresa, Gandhi, Martin Luther King, John Lennon, Nelson Mandela, divengono i soggetti di un’idea estesa di fratellanza e solidarietà. «Gli occhi sono il simbolo delle persone, dagli occhi si diffonde la pace» afferma lo street artist paulista, che recentemente ha consegna alle strade di Roma una sua opera conservata sulle mure del Maam, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, uno spazio ideato da Giorgio de Finisnell’ex fabbrica Fiorucci occupata dove oltre 200 abitanti condividono l’ambizioso progetto di una città meticcia, contaminata nei suoi tessuti da differenti apporti artistici. Il progetto intitolato Stray 4 your Rights e curato da Alexandra Mazzanti, direttrice della Dorothy Circus gallery, è stato realizzato al Maam insieme a Kobra con l’intento di sottolineare il delicato tema dei diritti delle donne.

Kobra inserisce il suo lavoro laddove è necessario combattere contro ogni sorta di discriminazione, il suo valore artistico e la sua fama internazionale, che lo ha portato a lavorare nelle più grandi metropoli del mondo, hanno permesso di poter veicolare un messaggio che sia alla portata di tutti e che contenga in sé la volontà di narrare di una rinascita umana che parta dal basso e che costruisca le radici di una nuova generazione portatrice di pace e di eguaglianza. La lotta per conquistare un futuro giusto e solidale passa attraverso il sacrificio di chi ha sognato un mondo libero e che per questo sogno ha donato la propria vita.

Fino all’11 luglio, galleria Candido Portinari, piazza Navona 10, Roma; info: http://roma.itamaraty.gov.br

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