Pontormo e Rosso Fiorentino

I due artisti più spregiudicati e anticonformisti del Cinquecento sono i protagonisti di un evento unico e irripetibile nelle sale di palazzo Strozzi a Firenze. La mostra, Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “maniera”, vede riuniti per la prima volta i capolavori dei due artisti appartenenti a quella corrente che Giorgio Vasari definisce «maniera moderna ». Provenienti sia dall’Italia che dall’estero molte di queste opere sono state restaurate per l’occasione. Nati entrambi nel 1494 a pochi chilometri di distanza, i due geni sono cresciuti artisticamente nelle stesse botteghe dei più importanti maestri del tempo, quali Andrea del Sarto e Fra’ Bartolomeo. Pontormo e Rosso Fiorentino – al secolo rispettivamente Jacopo Carucci e Giovan Battista di Jacopo – sono diventati per la letteratura artistica del Novecento i «gemelli diversi del manierismo». Entrambi con carattere e personalità particolari in grado di far acquisire loro un’indipendenza e autonomia stilistica che, sfociando in una particolare libertà espressiva, ha caratterizzato l’intera evoluzione stilistica dell’arte. Il Pontormo, uno dei pittori preferiti dalla famiglia Medici, ha rappresentato una varietà linguistica che ha condotto al rinnovamento degli schemi compositi dell’arte mentre Rosso Fiorentino, nonostante sprazzi di originalità e disinvoltura, rimane legato alla tradizione classica dell’arte cinquecentesca seppur influenzato dalla letteratura cabalistica e dall’esoterismo.

La mostra nasce proprio con l’intento di mettere in risalto questo deciso divario artistico e attitudinale, come esprime senza mezzi termini anche il titolo stesso dell’evento. Il percorso, suddiviso in dieci sezioni, privilegia una prospettiva ampia e articolata che segue, quindi, le personali preferenze dei due artisti e tocca i temi fondamentali della loro carriera artistica quali la lingua figurativa, il rapporto con la religione e la tradizione, quello con le culture straniere e con l’idioma michelangiolesco. È proprio il raffronto diretto del loro differente pensiero sull’insegnamento del Buonarroti il tema che si pone a conclusione della mostra. Bellezza formale e poesia emergono chiaramente dalle opere dei due artisti, rese leggibili al grande pubblico anche grazie a una precisa suddivisione tematica e cronologica, arricchita dall’inserimento di itinerari tematici che illustrano e diffondono la conoscenza dei tesori fiorentini. La rassegna, curata da Carlo Falciani e Antonio Natali e comprendente più di 80 opere, offre allo spettatore la possibilità di ammirare da vicino circa 50 dipinti (tra tavole, tele e affreschi staccati), disegni, arazzi e incisioni, affiancati inoltre dalle tavole dei loro maestri: Andrea del Sarto e Fra’ Bartolomeo. Tutti insieme, per la prima volta, a raccontare una delle pagine più importanti di tutta la storia dell’arte italiana e non solo.

Fino al 20 luglio. Info: www.palazzostrozzi.org

 

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