La cultura sta cambiando, Barca e Ruberti rispondono

Roma

All’indomani della denuncia dei 135 funzionari della sovrintendenza comunale, che hanno firmato una lettera al sindaco di Roma Marino riguardo la gestione critica della politica culturale, sulle pagine della Repubblica, non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Flavia Barca sulle pagine del quotidiano. «La pedonalizzazione dei fori è il punto di partenza per la ricostruzione delle fondamenta di un sistema cultura prioritario per la vita della città» premette l’assessore che spiega come «saranno i bandi pubblici, ispirati a criteri di trasparenza e di merito» a decidere gli incarichi vacanti come quelli del Palaexpò e del sistema biblioteche. A riguardo interviene anche l’ad Albino Ruberti che difende l’operato di Zètema sostenendo come dal 2000 a oggi i musei di roma siano stati oggetti di una vera e propria rivoluzione. Attraverso l’istituzione di servizi moderni, le attività didattiche, le librerie o i coffee shop la rete delle istituzioni romane è passata da 800 mila a un milione e mezzo di visitatori: «si tratta di fatti, non di questioni opinabili, questa è ormai storia: una forma di gestione che avrebbe senso esportare in tutta Italia e anche in altri ambiti. Quanto alla parte programmatica e di indirizzo, i compiti sono chiaramente divisi e dubbi non ce ne sono», conclude Ruberti. Nonostante ciò rimane la disperazione di funzionari e di persone altamente qualificate e impegnate quotidianamente nel mondo della cultura. «Abbiamo trovato situazioni professionali mortificate e risorse insufficienti ma oggi stiamo già lavorando a un rafforzamento e alla valorizzazione delle professionalità interne, cercando di ampliare il numero d profili di livello dirigenziale dotati di competenze di valorizzazione e promozione del territorio. Anche per questo la lettera dei funzionari merita grande atenzione». Ai posteri, l’ardua sentenza.