Tutti i libri portano al Marca

Con la cultura non si mangia, aveva dichiarato con squisita sensibilità l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti. Che sia difficile da masticare lo aveva già ipotizzato, all’inizio degli anni Novanta, un genio ancora incompreso come Dennis Oppenheim che ha realizzato Upper cut, una dentiera con i libri al posto dei denti e in mezzo qualche buco a simboleggiare le tante carie del sistema artistico contemporaneo, spesso prono alle mode e alle convenzioni retoriche. Ma sino al 6 ottobre il museo Marca straripa di libri tanto che, senza presunzione, si può dire che il Palazzo enciclopedico avrà sede a Catanzaro ancor prima che alla Biennale di Venezia.

Bookhouse, la forma del libro, organizzata dalla provincia di Catanzaro con il contributo della regione Calabria, è un progetto del tutto innovativo dove, nell’era dell’e-book, il libro viene indagato come spazio fisico di ricerca, come dimensione segnica e proiezione della memoria collettiva. Sono oltre 50 gli artisti coinvolti con una serie di spettacolari lavori site-specific realizzati per l’occasione come Idiom, la Torre di Babele di quattro metri che con i suoi 8.000 libri s’inerpica tra le architetture del Marca. È un’opera che dà le vertigini quella creata dall’artista slovacco Matej Kren dove il senso di precarietà viene reso tangibile dal sofisticato gioco di specchi che coinvolge la spirale infinita di libri. Prima di entrare nel museo, tuttavia, lo spettatore è avvertito che non si tratta di una semplice passeggiata tra le copertine vintage: ad accoglierlo trova Biografias, la grande cascata di libri voluta dalla spagnola Alicia Martin che sputa fuori dalla finestra del museo tonnellate di volumi provenienti da chissà quale recondito angolo della Calabria. Che ci sia un aspetto inquietante nel caro, vecchio libro definito da Umberto Eco un oggetto perfetto, al pari della ruota, lo dimostra anche l’opera dell’artista inglese Richard Wentworth che propone un’installazione di libri appesi al soffitto con sottili fili da pesca.

Ma una delle maggiori attrazioni della mostra è certamente From the entropic library, la straordinaria scultura di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen di nove metri di lunghezza proveniente dal museo di Saint-Etienne, dove il grande maestro della pop art americana fa esplodere una libreria interrogandosi sul caos linguistico e culturale. Se nel 1970 Germano Celant, nel suo celebre saggio Book as artwork, aveva definito il libro come medium autosignificante, in questo caso lo stesso impone la propria ragione all’opera d’arte che s’interroga sul peregrinare dei segni secondo una prospettiva mai prevedibile, come dimostra il cavallo-libreria di Mimmo Paladino che custodisce i volumi dell’Ulysses di James Joyce illustrati dallo stesso Paladino, o la camera da letto di Peter Wuthrich con i libri che invadono l’ambiente adagiandosi sul letto oppure formando un improbabile tappeto letterario. Ma il gioco d’incastri spazia da Giulio Paolini a Emilio Isgrò; da Enzo Cucchi a Michelangelo Pistoletto; da Anselm Kiefer a William Kentridge; da Jannis Kounellis a Pierpaolo Calzolari; da Candida Höfer a Gary Hill; da Stefano Arienti a Giuseppe Spagnulo; da Robert Rauschenberg a On Kawara; da Sabrina Mezzaqui a Paolo Consorti sino ai libri in tessuto che sembrano imprigionare le parole realizzati da Maria Lai, l’artista scomparsa poco tempo fa quando la sua rivalutazione critica era appena agli inizi.

Non manca nemmeno uno sguardo attento nei confronti della tecnologia e appare preziosa la collaborazione con lo Zkm di Karlsruhe, il centro di arte e media più importante a livello internazionale diretto da Peter Weibel che affronta la sfida imposta da un sistema dove il libro non è più un corpo solido ma liquido, in progressivo movimento, come testimonia l’installazione del coreano Kibong Rhee che fa danzare in un acquario un volume di Ludwig Wittgenstein. Ma, nessun timore, il libro cinguetta e, mentre impazza twitter, Mark Dion sistema nella sua Library for the birds i volumi di scienze naturali in una voliera con una decina di uccellini vivi. Le strade del libro sono infinite.

Bookhouse, la forma del libro, a cura di Alberto Fiz, catalogo Silvana editoriale, fino al 6 ottobre, Marca, via Alessandro Turco 63, Catanzaro. Info: www.museomarca.info